Bersani, dopo i cori “fuori fuori”: “Nel Pd arroganti e sudditi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2016 - 11:13 OLTRE 6 MESI FA
Bersani, dopo i cori "fuori fuori": "Nel Pd arroganti e sudditi"

Bersani, dopo i cori “fuori fuori”: “Nel Pd arroganti e sudditi”

ROMA – Bersani, dopo i cori “fuori fuori”: “Nel Pd arroganti e sudditi”. “Fuori, fuori”. Dopo i fischi di sabato a Massimo D’Alema, domenica il boato alla cacciata della minoranza Pd esplode dalla platea della Leopolda quando Matteo Renzi chiama alle armi in un affondo contro “i teorici della ditta quando ci sono loro e dell’anarchia quando ci sono gli altri”. Il premier non frena i pasdaran, lo spettro della scissione torna ad aleggiare.

Ma la sinistra dem, ancora più isolata dopo il sì di Gianni Cuperlo al documento sull’Italicum, non ha alcuna intenzione di farsi cacciare: Pier Luigi Bersani ribadisce ai suoi che devono andarlo a “prendere con l’esercito” per lasciare il Pd a rischio rottura, secondo i bersaniani, proprio per la mancata volontà unitaria del leader. Il giorno dopo (oggi, 7 novembre) Bersani rincara la dose e spara a zero sul segretario.

“Un partito che è al governo e ha la maggioranza in Parlamento e pone la fiducia sull’Italicum non può certo cavarsela con un foglietto fumoso. Penso che Renzi voglia tenersi mano libere, altrimenti ci sarebbe stato qualcosa di serio”, ha dichiarato Bersani conversando con i cronisti a Palermo.

“Fuori fuori? I leopoldini possono risparmiarsi il fiato, vanno già fuori parte dei nostri. Io sto cercando di tenerli dentro, ma se il segretario dice fuori fuori bisognerà rassegnarsi. Il ‘no’ al referendum è un modo per far saltare l’Italicum, il resto sono chiacchiere. Su quel foglietto c’è scritto stai sereno, ma io voto no. Mi preoccupa l’incrocio tra il referendum e l’Italicum, con un ‘governo del capo’ e parte del Parlamento nominato. Non sto parlando di noccioline. Non posso tollerare questo rischio con conseguenze gravissime, mi spiace”.

“Al congresso del Pd porrò il problema della separazione della leadership del partito con la guida del governo. – ha aggiunto –  Nel Pd ci vuole libertà, autonomia, schiena dritta, pensiero, democrazia: non chi vuole arroganza e sudditanza. Mi impressiona che tutti gli altri stiano zitti”. Rispondendo a Renzi secondo cui l’obiettivo di chi voterà ‘no’ al referendum è ritornare al governo, Pierluigi Bersani dice: “Io non voglio niente se non parlare, se questo è consentito”.

Ultima botta, “che miseria umana”, commentando le indiscrezioni riportate dalla stampa secondo cui in caso di vittoria del ‘no’ al referendum il Pd metterebbe fuori dalle liste elettorali gli esponenti della minoranza dissidenti con la linea del ‘si’. “Questa storia che il Pd fa tutto da solo si sta dimostrando debole, abbiamo perso tutti i ballottaggi. Bisogna costruire un area ulivista di centrosinistra, il Pd deve essere una infrastruttura non può essere il pigliatutto con la logica de comando”.