Hamas, i suoi uomini dovrebbero finire i loro giorni in galera se si vuole un mondo in cui la parola guerra venga abolita dai dizionari

Hamas, i suoi uomini dovrebbero finire i loro giorni in galera se si vuole inseguire un mondo migliore in cui la parola guerra venga abolita dai dizionari

di Bruno Tucci
Pubblicato il 15 Ottobre 2023 - 07:47 OLTRE 6 MESI FA
Hamas, i suoi uomini dovrebbero finire i loro giorni in galera se si vuole un mondo in cui la parola guerra venga abolita dai dizionari Hamas, i suoi uomini dovrebbero finire i loro giorni in galera se si vuole un mondo in cui la parola guerra venga abolita dai dizionari

Hamas, i suoi uomini dovrebbero finire i loro giorni in galera se si vuole un mondo in cui la parola guerra venga abolita dai dizionari

Hamas e la politica italiana, il ritornello è sempre lo stesso. Purtroppo non cambia mai. Quando si verifica un fatto di portata internazionale, ma anche nazionale.

C’è una parte politica che si indigna, segue l’onda di coloro che inorridiscono difronte a determinati avvenimenti.

Poi, con il passare dei giorni, cominciano ad affiorare i “se” o i “ma” e l’Italia, come sempre, si divide in pro e contro. Accade anche oggi che infuria la guerra tra Palestina e Israele. I terroristi, guidati da Hamas, preparano un attacco contro gli odiati nemici e sorprendono tutti.

Non solo per la segretezza dell’operazione, ma maggiormente per la spietatezza con cui si comportano questi criminali. Le abbiamo viste tutti le foto dei quaranta bambini uccisi e decapitati. Uno spettacolo raccapricciante che assomiglia tanto alle imprese dei nazisti hitleriani.

Il mondo intero quasi non crede ai propri occhi e anche da noi nessuno difende gli aggressori. “Siamo tutti israeliani” è lo slogan più ricorrente. La guerra continua e la terra trema dinanzi al pericolo di una terza guerra mondiale.

Tutti in piazza per l’orrore di quel che si legge e si vede in tv. Senonché, dopo qualche giorno, appaiono i primi distinguo. Da parte di chi? Di coloro che sono stati sempre dalla parte dei palestinesi. Ma qui non si tratta di parlare del popolo chi abita nella striscia di Gaza, ma di un efferato individuo che risponde al nome di Hamas.

Il quale ha un unico obiettivo: quello di eliminare dalla cartina geografica Israele e di uccidere la maggioranza di quei cittadini. Prima un titolo, poi un inspiegabile intervento in tv; o ancora qualcuno che sui social comincia a nutrire qualche dubbio. Ce ne sono? Assolutamente no.

Però quella parte politica che non si è mai dissociata da certe idee estremiste insiste. Per essere più chiari, la sinistra-sinistra che ha il suo appoggio tra i proseliti più accaniti dei 5Stelle e fra i fan più oltranzisti del Pd ai quali, forse, piacerebbe sognare di ritornare ai “tempi gloriosi” del vecchio partito comunista.

Cerchiamo di riannodare i fili degli ultimi giorni. Le manifestazioni di piazza sono state tutte ed esclusivamente a favore dei palestinesi. “Libertà, libertà”, si gridava a gran voce con cartelli e striscioni della stessa fatta. A volte migliaia di persone che hanno impegnato le forze dell’ordine con cariche per fortuna leggere. Per gli israeliani nulla.

Nessuna folla oceanica che avrebbe avuto tutto il diritto di ricordare l’orrore di quei soldati che avevano ucciso quei poveri bambini, macchiatisi di quale colpa? Di essere palestinesi. Non è così perché molta di quella gente rimane in silenzio solo perché se alzasse solo un dito per criticare meno di ventiquattro ore dopo andremmo ai loro funerali.

Eppure, i dubbi continuano a trapelare: si stigmatizza l’orientamento del governo di Tel Aviv, si è contro una reazione degli israeliani che aumenterebbe il pericolo di un conflitto allargato. Certo, chi vorrebbe uno sterminio dei nemici di Israele?

Nessuno, pensiamo, tanto è vero che sono tante le precauzioni e i consigli di chi non vuole sentire nominare la parola guerra.  L’obiettivo primario è quello di mettere a tacere quel criminale di Hamas, un dittatore feroce che non si preoccupa affatto del sacrificio e della morte di quei suoi giovani costretti ad andare in prima linea.

E’ vero: non mancano i fedelissimi del terrorista i quali obbediscono ciecamente soltanto al loro capo. Ad esempio prendendo in ostaggio soldati israeliani che potrebbero essere il frutto di uno scambio inqualificabile.

Insomma, la smettano i dubbiosi politici italiani di pontificare e di avanzare incredibili falsità pur di dimostrare che la ragione è dalla loro parte. Non è il tempo di inseguire e difendere ideologie che ora più che mai sono fuori luogo.

Se si vuole inseguire un mondo migliore in cui la parola guerra venga abolita dai dizionari di qualsiasi nazione è giunto il tempo di dimostrare che uomini come Hamas dovrebbero finire i loro giorni nelle patrie galere e rimanerci per sempre.