Studenti in tenda, Schlein e Conte si intrufolano cercando voti: luna di miele di Meloni è finita? domani sapremo

Studenti in tenda, Schlein e Conte si intrufolano cercando voti: domani sapremo se la lunna di miele di Meloni con gli italiani è già finita

di Bruno Tucci
Pubblicato il 14 Maggio 2023 - 09:32 OLTRE 6 MESI FA
Studenti in tenda, Schlein e Conte si intrufolano cercando voti: domani sapremo se la lunna di miele di Meloni con gli italiani è già finita

Studenti in tenda, Schlein e Conte si intrufolano cercando voti: domani sapremo se la lunna di miele di Meloni con gli italiani è già finitaStudenti in tenda, Schlein e Conte si intrufolano cercando voti: domani sapremo se la lunna di miele di Meloni con gli italiani è già finita

Era fin troppo facile prevederlo non appena gli studenti universitari hanno inventato le tende stradali per protestare contro il caro affitti,.

Ed ecco che l’avvocato del popolo, al secolo Giuseppe Conte, e l’armocromista Elly Schlein, segretaria di un Pd che perde pezzi, hanno immediatamente cercato di strumentalizzare il dissenso dei giovani per accaparrarsi qualche voto. Infatti tra oggi e domani oltre cinque milioni di italiani andranno alle urne per eleggere i sindaci delle loro città. Una circostanza che non è di poco conto se si pensa che fra i comuni interessati c’è pure Ancona capoluogo di Regione.

Credendo di essere politici assai furbi sono corsi immediamente dai giovani per far capire loro da che parte stavano: sia l’ex premier che la numero uno di Via del Nazareno. Non gli è andata troppo bene perché spesso chi è ventenne, o giù di lì, ha già imparato la lezione. Elly non è stata proprio gradita; Giuseppe, molto più diplomatico, si è intrattenuto pochi minuti solo per apparire non per entrare nel merito del problema, perché non aveva forse la preparazione sufficiente da consegnare agli interlocutori.

Attenzione: non vogliamo con questo criticare nella maniera più assoluta i contestatori: pagare in periferia una stanza quasi cinquecento euro al mese è un abuso bello e buono tanto che il governo ha immediatamente stanziato seicento milioni di euro per venire incontro ai desiderata degli universitari.

Detto questo, l’irruzione (forse nemmeno voluta) di Conte e della Schlein ha innervosito e anche deluso pure i compagni del loro stesso partito. A tutto c’è un limite e quindi andare a pubblicizzarsi e mettersi in vetrina in tale circosatanza non è apparso elegante (se vogliamo usare un eufemismo)

Bisogna comprendere (o forse no) l’iniziativa dei due parlamentari che desiderano entrambi diventare i leader della sinistra. Non a parole, ma con i fatti. La verità è che entrambi temono il voto di oggi e lunedì. Nei 5Stelle e nei dem non spira un buon vento, anzi. Tra i primi c’è chi comincia a ritenere che non si deve pensare soltanto a questa “lotta” con il pd per guadagnare punti e il consenso della gente. Sono altre le iniziative da portare avanti ed ecco allora il leader dei grillini gettarsi a capofitto su qualsivoglia contestazione per superare il Pd e diventare davvero il primo partito della sinistra italiana.

“Eh no”, replica la Schein. “Dalla parte di quello schieramento ci siamo soltanto noi”. Elly sa perfettamente che la svolta che ha voluto dare al partito dopo essersi seduta sulla poltrona più importante di via del Nazareno, le sta dando seri grattacapi. È il fuoco amico che teme non a parole, ma con i fatti. L’ultimo a sbattere la porta e ad andarsene dal partito non è uno qualunque, si chiama Carlo Cottarelli,  una volta chiamato dal presidente Mattarella per tentare di risolvere una lunga crisi di governo.

Il senatore non si è dimesso solo dal suo posto di Palazzo Madama, ma ha abbandonato definitivante la politica. “Con questo Pd “creato” dalla Schelin non voglio più stare. Troppo a  sinistra, preferisco andare ad insegnare ai giovani”.

Insomma, il timore di una consultazione che potrebbe non andar  bene terrorizza i due simpatizzanti della sinistra-sinistra. Ad oggi, la situazione è la seguente. Nettamente a favore della maggioranza che guida otto comuni contro i cinque degli avversari. Ora, la speranza per loro è  che i sei mesi di governo di Giorgia Meloni non abbiano dato i risultati sperati dalla premier, che la luna di miele con il popolo sia soltanto un ricordo. Ed è su questo che si baserebbe il loro ottimismo.

Giusto, sbagliato? L’interrogativo potrà essere risolto solo dai risultati definitivi che sapremo martedi. Ma ritenere che il presidente del consiglio abbia perduto il consenso è assai azzardato. In specie se si guarda al contesto internazionale con l’Europa che si è tranquillizzata da quando è lei a Palazzo Chigi.