ROMA – Tasse, la lotta alla evasione fiscale è in panne. La Corte dei Conti boccia la strategia di governo e Agenzia delle entrate per combattere l’evasione fiscale. La relazione firmata dai consiglieri Massimo Romano (ex direttore delle Entrate) e Diodoro Valente sostiene che gli strumenti messi in campo dall’esecutivo negli ultimi 18 mesi per contrastare l’evasione e stimolare l’adeguamento alle norme non vanno nella direzione auspicata dai magistrati contabili.
Inutili, secondo Romano e Valente, misure come il 730 precompilato, il futuro regime di fatturazione elettronica tra privati, la riforma delle sanzioni amministrative e penali tributarie e la nuova tornata di rateizzazioni con Equitalia per i contribuenti già decaduti.
Scrive Valerio Stroppa su Italia Oggi:
“La delibera si era occupata dell’azione di verifica dell’amministrazione finanziaria sui contribuenti, formulando poi alcune raccomandazioni rivolte soprattutto agli organi legislativi e di governo. Sei i punti essenziali sollevati dai magistrati contabili nel novembre 2014: 1) adozione di strumenti informatici e telematici per favorire la naturale emersione di base imponibile; 2) attribuzione all’amministrazione di un ruolo non solo repressivo, ma anche persuasivo e collaborativo nella fase dell’adempimento; 3) revisione tecnica dell’Iva, allo scopo di contenere l’evasione di massa; 4) riequilibrio del rapporto tra la numerosità dei controlli che gli uffici sono in grado di operare e l’entità delle sanzioni applicabili in caso di irregolarità; 5) riscossione più efficace; 6) maggiore deterrenza al penale tributario.
Ora (…) la Corte conti ritorna sui singoli punti per un «tagliando» agli interventi adottati.
L’introduzione dello split payment, l’ampliamento del reverse charge e la messa a disposizione del contribuente di informazioni già in possesso del fisco, al fine di incentivarlo a correggere spontaneamente eventuali omissioni, «corrispondono, in qualche misura, alle raccomandazioni formulate nella relazione», si legge nel documento pubblicato ieri”.
Critiche marcate, poi, su alcuni punti:
“il nuovo ravvedimento «senza limiti», la rimodulazione delle sanzioni tributarie e il nuovo round di rateazioni con Equitalia per i contribuenti già decaduti nei due anni precedenti al dlgs n. 159/2015 (si veda tabella in pagina). Non vengono risparmiati nemmeno il 730 precompilato (il quale «non sembra aver finora recato particolari benefici ai contribuenti interessati») e il nuovo regime di fatturazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi che scatterà dal prossimo anno. In questo caso a finire nel mirino è la facoltatività, dato che l’obbligatorietà si avrà soltanto «nel caso, in verità marginale, dei corrispettivi realizzati attraverso distributori automatici».