Wikileaks: Al Qaida voleva altri 11 settembre, anche nucleari

NEW YORK 26 APR L'11 settembre – NEW YORK, 26 APR – L'11 settembre avrebbe dovuto essere solo l'inizio. Nuovi attacchi avrebbero dovuto seguire quelli alle Torri Gemelle: aerei-bomba con i quali colpire la West Coast; esplosivi da piazzare in punti di massimo impatto, come depositi di carburante; ma anche proposte clamorose (mai pianificate) come quella di tagliare i cavi del Ponte di Brooklyn. Queste erano solo alcune delle ipotesi prese in considerazione dai terroristi secondo quanto emerge dai 'Guantanamo Papers', come il New York Times definisce gli oltre 700 documenti riservati relativi agli interrogatori dei detenuti a Guantanamo. Dai dossier e' spuntata anche una confessione che parla addirittura di una bomba atomica a disposizione di Al Qaida in Europa. Il New York Times precisa che questi documenti erano stati ottenuti lo scorso anno da Wikileaks, ma che il giornale ne e' entrato in possesso a sua volta. E ha deciso di pubblicarli. Dai 'papers' emerge che dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 contro gli Usa un piccolo gruppo di terroristi facenti capo a Khaled Sheikh Mohammed (considerato la mente dell'attentato alle Torri Gemelle) pensavano di colpire nuovamente l'America. Ma non fecero in tempo: furono arrestati prima, e portati a Guantanamo. Dove furono a lungo interrogati. Dai loro interrogatori emerge – secondo il New York Times – un quadro tanto complesso quanto dettagliato su cosa avrebbe dovuto essere agli occhi dei terroristi la fase successiva all'11 settembre: ''aiutare al Qaida a mettere a segno qualcosa di grosso'' e' detto in uno dei file secondo quanto riporta oggi il New York Times. Ad avere questa intenzione era – stando all'interrogatorio del detenuto Amr al Baluci – Saifullah Paracha, un ex uomo d'affari di 63 anni oggi considerato il piu' anziano dei 172 detenuti ancora a Guantanamo. L'uomo, di cui il quotidiano non riferisce la nazionalita', fu arrestato nel 2003 a Bangkok in seguito all'arresto di suo figlio Uzair Paracha (poi condannato a New York nel 2005 a 30 anni di carcere per terrorismo). Saifullah Paracha aveva frequentato negli Anni '70 il New York Institute of Technology, quindi lavorato per 13 anni a New York come agente di viaggio. E – stando ai Paers – si era anche personalmente incontrato con Osama Bin Laden. I documenti rivelano che dopo l'11/9 Paracha diede il suo parere di uomo d'affari e agente di viaggio su come far entrare negli Usa esplosivo al plastico nascondendolo in container utilizzati per il trasporto di indumenti per donne e bambini. Dai file emerge anche che Paracha discusse della possibilita' di far entrare negli Usa armi chimiche o nucleari. Ma, come e' riportato in uno dei documenti ''sara' difficile nasconderle ai metal detector dei porti'' disse ai suoi interlocutori. Circa la possibilita' di un attentato atomico, scrive dal canto suo il britannico Telegraph citando i ''Guantanamo files'', uno dei 'colonnelli' di Al Qaeda, il libico Abu Al-Libi, disse anni fa che il network terroristico guidato da Osama bin Laden aveva ottenuto e nascosto una bomba atomica in Europa e l'avrebbe fatta esplodere nel caso in cui il suo capo fosse stato catturato o ucciso. Tornando a Paracha, nella fase successiva all'11/9 l'ex uomo di affari parlo' in piu' occasioni con membri di al Qaida nel tentativo di mettere a punto nuovi attacchi. Il gruppo si limito' a ipotizzare attentati, ma non arrivo' mai alla fase operativa. Le attivita' cessarono del tutto dopo l'arresto del 'cervello' dell'11/9, Khaled Sheikh Mohammed.

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