TOKYO – Ancora guai dalla centrale nucleare di Fukushima, danneggiata tre anni fa dallo tsunami. Tempo un anno e l’acqua radioattiva riversatasi in mare nel marzo 2011 raggiungerà le coste della California. Lo rivela uno studio australiano apparso sulla rivista specializzata Deep Sea Research Part I: Oceanographic Research Papers. Ma, rassicurano gli esperti, non sarà pericolosa per la salute in quanto il tasso di radioattività diluito nelle correnti del Pacifico, dopo tre anni di traversata, sarà inferiore ai limiti considerati dannosi. A portare un po’ di radioattività sulle assolate spiagge della California sarà Kuroshio, il corrispondente nel Pacifico della corrente del Golfo atlantica. La corrente marina che viaggia da ovest verso est nel Pacifico è già responsabile del trasporto dei detriti dello tsunami, giunti sulle coste canadesi e statunitensi in questi mesi.
In particolare Kuroshio porterà il cesio-137, un isotopo radioattivo del metallo alcalino cesio che si forma principalmente come un sottoprodotto della fissione nucleare dell’uranio. Erik van Sebille del Centro di ricerche sul cambiamento climatico dell’Università del Nuovo Galles del Sud ha rassicurato: “Già dopo la fuoriuscita in mare, la concentrazione era calata al di sotto dei limiti ammessi dall’Organizzazione mondiale della sanità”.
Per la precisione i ricercatori australiani parlano di tre anni tra le emissioni in mare e l’arrivo delle prime acque radioattive in California. A destare maggiore preoccupazione però è che lo studio, che illustra un modello della diffusione dell’acqua radioattiva nel Pacifico lungo un arco temporale di dieci anni, giunge proprio a pochi giorni dalla nuova fuoriuscita di acqua contaminata dalla centrale di Fukushima. L’ultimo episodio, il più grave dal disastro del marzo 2011, è stato classificato di livello 3 su una scala che va da 0 a 7.
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