GENOVA – La Gronda continua a far discutere la città di Genova: quest’autostrada non s’ha da fare, da anni i genovesi litigano e ora anche la giunta Doria si spacca sulla questione. Al termine di una seduta tesa, nel corso della quale la Lista Doria si è detta contraria all’opera autostradale, il Consiglio Comunale con 22 voti a favore e 18 contrari ha impegnato il Comune ad ”essere disponibile fin d’ora all’apertura della Conferenza dei Servizi sulla Gronda”. Ma la maggioranza si è spaccata: il Pd è favorevole, la Lista Doria no. Per i grillini del Movimento 5 Stelle con la realizzazione della Gronda si innesca una “bomba d’amianto”.
In mezzo, l’opera che da anni fa discutere i genovesi: la Gronda autostradale di Genova Ponente, la galleria che avrebbe secondo i tecnici il diametro di scavo più grande al mondo. L’opera consiste in un nuovo asse autostradale, lungo circa 30 km di cui 20 in galleria, alternativo all’A10. Si dovrebbe snodare tra Genova-Vesima e l’innesto con la A7 (direzione Milano) e l’A12 (verso Livorno).
L’iter autorizzativo è ancora in corso. Il suo costo oscilla dai 4 ai 6 miliardi di euro, pagati al 100% da Società Autostrade. Il tempo di realizzazione è di circa 7 anni. E’ stata ideata per risolvere i problemi del nodo autostradale del ponente genovese, ingolfato oltre misura e ormai incapace di assorbire i carichi di traffico a cui è soggetto oggi. Il progetto definitivo della Grond è stato scelto tra una rosa di cinque possibilità dopo un dibattito pubblico organizzato dal Comune di Genova e da Società Autostrade sul modello francese, per informare i cittadini sulle varie alternative proposte e ricevere osservazioni.
Il progetto è già stato inviato all’Anas per la validazione tecnica e al ministero dell’Ambiente per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (Via). Ottenuto il via libera sul progetto definitivo, avrà inizio la costruzione del nuovo asse autostradale. Fermo oppositore dell’opera il Movimento 5 Stelle, che ha denunciato come lo scavo della Gronda produrrà 5,5 milioni di metri cubi di materiale contenente amianto, l’equivalente – sostengono i grillini – di 33 stadi di calcio pieni di terra. Motivo di opposizione è il fatto che con la Gronda saranno sacrificati 66 sorgenti e corsi d’acqua e il territorio verrà “consumato”. Tra i più fermi sostenitori della Gronda, la Regione Liguria, l’Autorità portuale di Genova, il Pd e, in generale, tutta l’imprenditoria genovese.
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