LINKÖPING, SVEZIA – Il presente dell’agricoltura è ancora orizzontale, ma il futuro sarà verticale: parliamo dei “grattacieli serra”, palazzi tutti coltivati piano per piano, il primo dei quali sarà pronto nel 2014 a Linköping, in Svezia. Alto 54 metri, l’edificio – dal design obliquo per assorbire meglio la luce solare – dovrebbe essere in grado di produrre una vasta gamma di verdure a foglia verde, tra cui insalata, spinaci, sedano bianco e senape.
La produttività prevista è altissima: fino a 300 chili di raccolto per metro quadro. Un grattacielo serra di 25 piani può così assicurare una produzione sufficiente per 350 mila persone. Quello che sta costruendo la società Plantagon – vincitrice anche del Red Herring Top 100 Global Award 2012 per le aziende più innovative – potrebbe così sfamare oltre 750 mila persone. Riducendo al minimo il consumo di acqua e pesticidi, con un impatto ambientale ulteriormente ridotto, visto i prodotti verrebbero consegnati direttamente ai consumatori in città, con costi di trasporto ridotti al minimo.
I pesticidi, o altri prodotti chimici ora ampiamente usati per contrastare malattie e piante infestanti, non verrebbero usati perché non ce ne sarebbe bisogno in queste serre protette.
Come funziona un “grattacielo serra” o “fattoria verticale”. La semina avviene nei piani più alti. Non serve la terra, perché la crescita è assicurata dall’uso di acqua opportunamente arricchita di minerali. Durante la crescita le verdure vengono portate nei piani più bassi e quando sono a giusta maturazione si trovano a livello del terreno.
Il nuovo sistema di “agricoltura urbana” può così ridurre la superficie di terreno occupato. Avendo bisogno di molta meno terra, rende la coltivazione più economica, sostenibile ed in grado di soddisfare la crescente domanda di una popolazione mondiale sempre più urbanizzata a scapito delle terre coltivabili.
La Fao, l’Organizzazione mondiale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura, stima che entro il 2050 sul pianeta Terra saremo in nove miliardi – circa due miliardi di abitanti in più rispetto ad oggi – e che oltre l’80% della popolazione mondiale risiederà nei centri urbani. Ma, sempre secondo gli studi della Fao, entro il 2020 sarà disponibile solo la metà dei terreni arabili pro-capite che c’erano nel 1960; area che si dimezzerà ancora entro il 2050 se non migliorerà la qualità del suolo e del suo sfruttamento.
In un mondo affollato, iperurbanizzato e senza terra da coltivare, lo spazio vitale – è proprio il caso di dirlo – andrebbe cercato dentro le città, in verticale: un grattacielo tutto da vendemmiare.
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