Quanto sono stimati i danni provocati dall’alluvione in Veneto? Il governatore Luca Zaia ha parlato di un miliardo e mezzo di euro, ma forse ci sarà bisogno di più tempo per riuscire a stabilire una cifra precisa. Di certo il triangolo produttivo Padova-Vicenza-Verona è stato messo in ginocchio dalle piogge che non hanno dato tregua alla regione.
Francesco Alberto sul Corriere della Sera ha provato a fare i conti delle perdite per tutta l’area: “Sott’acqua sono finiti 10 mila ettari in tutto il Veneto (fonte Coldiretti). Quasi 20 mila le persone coinvolte: la metà delle quali ha dovuto abbandonare per alcuni giorni le case”.
Inoltre, ha spiegato Alberto, “circa 3000 le attività produttive (negozi, piccole e medie imprese) messe in ginocchio dalle piene. Tra 4 e 5 mila sono le aziende agricole, anche piccolissime, messe al tappeto: pesante, poi, il bilancio nel settore dell’allevamento dove si contano più di 200 mila animali annegati (molte carcasse ancora galleggiano nei campi). Inevitabili, ma non ancora definibili, le ricadute occupazionali. Centinaia i dipendenti rimasti a casa: per molti si profila la cassa integrazione”.
Per quanto riguarda il “comparto lavoro”, ha aggiunto Alberto, i danni sono i seguenti: “Il Padovano, con i suoi 21 Comuni finiti sott’acqua (la botta più forte a Bovolenta, Veggiano, Casalserugo e Saletto), ha pagato un dazio pesantissimo in termini produttivi. «Un’ottantina le aziende danneggiate — dice il presidente degli industriali di Padova, Francesco Peghin —; ci sono piccole e medie imprese che hanno subito distruzioni tra i 200 mila e i 5 milioni di euro, ma il numero è destinato a salire». Non è andata meglio ai commercianti: almeno 700 i negozi e i servizi messi al tappeto dall’acqua, a cui vanno aggiunti 150 tra ristoranti e agriturismi. «Ho visto gente piangere — dice il presidente Ascom, Fernando Zilio — e non so se Berlusconi e Bossi, pur venendo qui, si siano davvero resi conto della situazione». Botta dura anche per gli artigiani della Bassa padovana: «Ci sono 300 aziende a pezzi — afferma il segretario della Cna, Matteo Rettore — e 600 con pesanti disagi»”.
Per quanto riguarda Vicenza invece, dove l’alluvione ha colpito il centro città, “il sindaco Achille Variati ha già pronta la lista della spesa da sottoporre oggi al governatore Zaia: «La nostra richiesta è di 158 milioni e 300 mila euro: siamo stati molto rigorosi». E anche molto danneggiati. Più di 300, tra negozi, botteghe, bar e ristoranti, le attività bloccate. Tra le medie imprese sono 100 (numero in crescita) quelle chiuse. 3000 gli edifici privati danneggiati. Tra 50 e 60 le aziende agricole che hanno perso impianti, stalle, attrezzi. A Caldogno, poco distante, sono 240 le attività produttive in tilt e 1300 gli immobili gravemente lesionati”.
Ma, aggiunge il giornalista, “numeri importanti quelli delle persone che hanno avuto la vita sconvolta dall’acqua. Tra Vicenza e Caldogno sono quasi 13 mila i cittadini che hanno subito pesantissimi disagi. Nel Padovano sono stati 3 mila quelli evacuati dalle loro abitazioni. Alcune centinaia sono tuttora ospiti in alberghi e strutture pubbliche. Qualche nube anche sul fronte della salute pubblica. La Regione ha assicurato che lo stato della potabilità dell’acqua «non presenta criticità». I timori, semmai, riguardano eventuali malattie infettive, a cominciare dalla leptospirosi, provocata dal contatto con acque inquinate dall’urina dei topi. «Le probabilità di contrarla sono basse» assicurano all’unità di crisi; tuttavia, «in caso di febbre nelle prossime 3 settimane», meglio andare dal medico”.