ROMA – Tregua apparente al Teatro dell’Opera di Roma: i sindacati ribelli (Fials, Libersind-Confsal e Slc Cgil) in lotta contro l’adesione alla legge Bray hanno sospeso lo sciopero. Salva dunque la prima della Manon Lescaut di Giacomo Puccini interpretata da Anna Netrebko e diretta dal maestro Riccardo Muti.
L’annuncio dello stop è arrivato alla fine di una notte di agitate riunioni all’interno del teatro. Per comunicare la decisione, i tre sindacati hanno rilasciato due note distinte. In una di queste si ribadisce che lo stop allo sciopero è stato deciso solo per salvare la prima di questa sera, alla quale è atteso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La protesta sembra quindi rimanere in piedi per le altre repliche dello spettacolo, diretto dal maestro Muti con la regia della figlia Chiara. I sindacati promotori della protesta insistono nel chiedere un incontro con le istituzioni.
Dopo il confronto con il ministro dei beni culturali e turismo Dario Franceschini e il sindaco Marino, non ci sarebbero stati altri incontri, solo qualche telefonata. Contro lo sciopero, intanto, era sceso in campo anche il leader della Cisl Raffaele Bonanni, convinto che bloccare la prima sarebbe stato “un grave errore”. Così il sindaco Marino che pur salvaguardando il diritto di sciopero non ha escluso un’azione drastica come lo strumento della liquidazione.
Il teatro è ostaggio della minoranza dei dipendenti, quelli che aderiscono alla Cgil e ai due sindacati autonomi, contrari all’adesione alla legge Bray, causata dall’enorme indebitamento del teatro (oltre 10 milioni solo nel 2013). L’adesione comporterebbe: un piano di risanamento con pareggio di bilancio; l’obbligo a ripensare il contratto d’integrazione e riduzione fino al 50 percento del personale.
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