ROMA – Il Parlamento elettronico, sogno del Movimento 5 stelle e di Beppe Grillo, inizia a prendere forma. Il 6 luglio a Roma verrà presentato il primo progetto sviluppato da 19 tecnici nel Lazio e la piattaforma pilota sarà sperimentata su 1000 iscritti nella prima fase. Nonostante il Movimento 5 stelle del Lazio presenti la sua piattaforma per la democrazia diretta basata sulla trasparenza, spiega Paolo Zanca sul Fatto Quotidiano, la Casaleggio e Associati prepara una piattaforma nazionale basata su “sicurezza e oscurità”.
Zanca su Fatto Quotidiano spiega che nel Lazio inizierà la fase di sperimentazione, poi da Roma la fase 2 arriverà a Milano entro settembre, per essere infine testata a livello nazionale:
“La ricerca dei programmatori è cominciata il 20 giugno: requisiti stringenti, per i 19 professionisti volontari. All’inizio si era chiesta anche l’iscrizione al M5S poi si sono ricordati “che è giustamente incostituzionale discriminare le assunzioni in base alle idee politiche”. Una settimana prima, Davide Barillari, capogruppo 5 Stelle in regione del Lazio era stato a Milano, negli uffici della Casaleggio associati. “Nessun mistero – diceva agli attivisti sospettosi – Massima trasparenza come sempre”. Loro, gli attivisti, la piattaforma la chiedono da mesi. E si lamentano dei ritardi”.
I progetti per il Parlamento elettronico sono due: uno curato nel Lazio e uno dalla Casaleggio associati. Emanuele Sabetta, responsabile romano della piattaforma, spiega a Zanca:
“Casaleggio sta sviluppando una piattaforma per il nazionale, su cui non si sa nulla. Ma contiamo di convincerlo ad usare il nostro anche a livello nazionale. È una sfida tra i due modelli storici della net security: il nostro è ‘sicurezza tramite la trasparenza’, quello di Casaleggio è ‘sicurezza tramite l’oscurità’. Quello che conta è che alla fine vinca il migliore”.
Sabetta spiega poi che nel Lazio sono convinti che la piattaforma sviluppata sarà un nuovo passo verso il successo della democrazia diretta:
“Lo sviluppo della piattaforma nazionale – dice Sabetta – è sempre stato gestito da Casaleggio, ma è molto probabile che sarà una cosa non all’altezza del nostro progetto. Noi stiamo lavorando sul vero futuro della democrazia diretta. La piattaforma di Casaleggio è a mio parere una pezza temporanea necessaria, ma non destinata a durare. Quel poco che sappiamo la condanna ad un ruolo di comparsa. La competizione sarà nell’interesse dei cittadini, e la nostra piattaforma è senza dubbio quella che offre più garanzie sul lungo termine”.
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