GENOVA – Beppe Grillo fa un “passo di lato” per “riprendersi la libertà”. Insomma torna a fare un po’ più il comico e un po’ meno il politico. Che non vuol dire, ovviamente, “abbandonare” la sua creatura, ma semplicemente rimettersi a fare la cosa che più gli piace, far ridere le persone. Per spiegare il suo “passo di lato” Beppe Grillo sceglie Pasquale Elia e il Corriere della Sera. In una intervista fiume il portavoce M5s spiega: “Non avrei mai pensato di essere l’artefice di un movimento politico. Si è creata una confusione di ruoli. Io non sono il leader dei 5 Stelle”. Anche perché dopo alcuni anni in politica il giudizio di Grillo è spietato: “La verità è che la politica bisognerebbe analizzarla come una malattia mentale perché si basa sul niente. Anche i voti ai candidati si fondano sulla popolarità, sulla gestualità, sulla simpatia. È una rappresentazione del nulla. Il nulla che riempie il vuoto”.
La decisione di togliere il suo nome dal logo del Movimento? “Non mi sto allontanando, diciamo che faccio un passo di fianco. Ma sono sereno perché ho voglia di riconquistare la mia libertà“. “Guardate che io sono sempre quel comico che avete conosciuto negli anni, è il vostro punto di vista nei miei confronti che è cambiato”, dice Beppe Grillo. Di qui il rimedio: “una terapia che faccio agli spettatori”. Nello spettacolo “Grillo vs Grillo” al via agli inizi di febbraio, spiega, “ci saranno dei robot in scena, degli oggetti su cui proietterò dei filmati, e inoltre ci sarà il mio ologramma che finirà per rappresentare quella schizofrenia di cui sono rimaste vittime le persone”.
“Non avrei mai pensato di essere l’artefice di un movimento politico. Ma forse era destino”, afferma. “È successo tutto quasi per caso: la gente usciva dai miei show distrutta, ma anche ringraziandomi per le cose che dicevo. Allora mi sono detto: perché tutte queste esperienze non proviamo a raggrupparle? Ecco, il Movimento è nato più o meno così. Ma attenzione: io non posso essere la visione del Movimento. Bisogna che persone per bene, che sono libere mentalmente, abbraccino e si rendano partecipi di un pensiero comune che potrebbe essere quello del Movimento 5 Stelle sull’energia o in generale su come vogliamo che sia la vita dei nostri figli, dei nostri nipoti. Se non hai questa visione, di questa politica rimane poca cosa”.
“Si è creata una confusione di ruoli. Io non sono il leader dei 5 Stelle, e non ci deve essere alcun leader. Le persone hanno identificato in me questa forma di partito-verticistico che di fatto non esiste. Ecco perché ci sarà sempre più una diffusione dei poteri all’interno del Movimento, lanciato sì grazie alla mia popolarità e alla mia reputazione, ma io non sono a capo di niente. Io voglio essere solo il garante di certe regole precise: questo è e questo sarà il mio compito”.
Grillo sottolinea che vuole tornare a essere libero di dire quello che vuole con la “solita ironia”. Un ritorno in tv? “Solo se mi garantiscono una conversazione, non una discussione con immagini che spiazzano”.