ROMA – Casaleggio: “Avverto, sono sotto attacco!”. Scudo dal fango o coda di paglia. Il cofondatore del Movimento 5 Stelle Gianroberto Casaleggio modifica la sua strategia comunicativa (leggi il post). Più apertura ai media e quindi più interviste, forse per offrire un’immagine più rassicurante e meno ermetica, visto che dietro la sua riservatezza chiunque può immagine chissà cosa. Più interviste (ma solo a giornalisti indipendenti) e un avvertimento per denunciare un surplus di attenzione nei suoi confronti: “So di dossier in preparazione su di me, sulla mia famiglia e sulla mia società, come già accadde l’anno scorso”.
Si sente sotto attacco, sente scricchiolii sinistri: il motore della macchina del fango sta entrando a pieni giri. Chiunque ci sia al volante, Casaleggio li sfida: “Invito i professionisti del fango a non perdere il loro tempo e di non farlo perdere a me con delle querele”. E li anticipa: “Nelle prossime settimane rilascerò alcune interviste a giornalisti indipendenti (sì, esistono anche se sono una percentuale infinitesimale) e non risponderò a nessuna domanda pubblica tesa a screditarmi”. Fuor di metafora (non è che ogni critica o tentativo di capire il personaggio esce da una riserva di fango predeterminata) si legge abbastanza chiaramente tra le righe una certa apprensione.
Non è che dietro l’esigenza di uno scudo preventivo dai possibili attacchi si agita una nervosa coda di paglia? La sicurezza con cui si aspetta la divulgazione di questo o quel dossier, questo o quello schizzo di fango si può anche chiamarla mettere le mani avanti. Sull’innocenza delle sue attività alla Casaleggio Associati (e sull’influenza determinante che esercita sui parlamentari/cittadini 5 Stelle); per l’alta posta in palio, le decisive elezioni europee, forse l’ultima chance di prendere un voto in più del Pd e non intraprendere l’irreversibile china discendente del Movimento che finora ha messo sotto scacco la politica italiana. Esorcizzare in anticipo la macchina del fango funziona come alibi: in caso di insuccesso elettorale, per non perdere definitivamente la faccia se gli schizzi in arrivo fossero documentati.
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