ROMA – ”Houston abbiamo un problema!! Di cresta. Ebbene, va ammesso!!. Dopo la riunione con i Parlamentari Beppe Grillo torna sulla questione dei rimborsi sul suo blog. Il tono è scherzoso ma il leader M5S torna a ribadire: ”nel Codice di Comportamento, sottoscritto dai candidati, il trattamento economico era chiaro: 5.000 euro lordi e le spese sostenute a piè di lista con la rendicontazione” e invece, ”un piccolo gruppo di parlamentari non vuole restituire la parte rimanente delle spese non sostenute”.
Il resto, invece, ”andava restituito con modalità da definire da parte dei gruppi parlamentari: onlus, fondi di microcredito alle imprese, ecc. I parlamentari percepiscono una diaria e alcuni vorrebbero trattenere la differenza tra questa e le spese”. Grillo racconta che giovedì ha parlato con i parlamentari alla Camera anche di questo: ”Alcuni, pochi, non erano convinti. Per un MoVimento che ha rinunciato a 42 milioni di euro di finanziamenti elettorali, (né Capitan Findus Letta, né Al Tappone ci hanno minimamente pensato, in cambio hanno preso per il culo gli italiani con una raffica di dichiarazioni) che si è decurtato lo stipendio (nessun altro gruppo parlamentare lo ha fatto) e ogni mese destinerà circa 350.000 euro risparmiati a una onlus o a un fondo di solidarietà, una differenza di poche migliaia di euro trattenute da qualche parlamentare potrebbe sembrare un peccato veniale, qualcosa su cui sorvolare”. E invece no: ”si discute infatti di un principio”.
La questione dei rimborsi può ”sembrare un peccato veniale, ma non lo è: per rispetto verso gli attivisti e gli elettori. Si discute infatti di un principio, l’aderenza a patti liberamente sottoscritti e l’adesione all’etica del MoVimento. Nessuno ci farà sconti. Il Paese ci osserva”.