ROMA – “Abbiamo sbagliato a dire sempre di no. Chi voleva cambiare ci ha lasciato”. Adriano Zaccagnini, senatore del Movimento 5 stelle, commenta così in un’intervista a Repubblica la “sconfitta” del movimento alle elezioni comunali. Secondo Zaccagnini l’errore più grande è stato “non aver fatto i nomi di un governo 5 stelle”. Un monito va poi a Beppe Grillo, che “si sta impegnando tantissimo”, ma “ogni tanto bisogna guardare al proprio interno per migliorare”.
Zaccagnini parla di necessità di autocritica e spiega i motivi del risultato del Movimento 5 stelle alle comunali:
“Ci hanno chiesto di cambiare le cose, volevano da noi un governo di cambiamento. Ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti. Spesso le persone hanno una visione superficiale dei processi politici, magari non hanno capito quanto abbiamo tentato, ma non possiamo ignorare che a loro arriva questo: l’incapacità di essere propositivi, di andare al di là della distruzione”.
Il loro errore più grande è stato il dire sempre no, mentre spiega che avrebbero dovuta fare
“i nomi di un governo a 5 stelle. Al momento giusto, quando aveva un senso. È stato un passaggio fondamentale che abbiamo perso per restare legati al no, no, no. E invece, qui dentro, non ha senso ancorarsi alla protesta. Bisognava proporre”.
Il senatore M5s parla poi dell’esigenza del Movimento di strategie e di come “il portale di democrazia diretta tarda ad arrivare”:
“Fa sì che la strategia politica sia in mano al blog, mentre a ispirarla dovrebbero essere i cittadini, né i capigruppo, né un sito, né un’azienda. Dire – come ha fatto Crimi – che le strategie sono quelle dello Tsunami Tour e del Tutti a casa tour è francamente assurdo”.
Poi Zaccagnini parla di Beppe Grillo:
“Bisogna dargli atto di un impegno incessante, è una persona in cui ho fiducia, ma vorrei dirgli che in alcuni momenti c’è bisogno di guardare al proprio interno per migliorare”.
Ma cambiare rotta, secondo Zaccagnini, è possibile anche se “siamo in ritardo”:
“Siamo in ritardo su alcune decisioni, dobbiamo lavorare molto al nostro interno. Abbiamo portato in questo posto una freschezza assolutamente positiva, ma se ci crediamo perfetti non andremo da nessuna parte. Se risolviamo il problema della democrazia interna e quello della democrazia diretta a 5 stelle, il Movimento riprenderà il galoppo alle urne”.
Poi Repubblica fa la domanda che, una volta contraddetto Grillo, sorge spontanea:
“Non ha paura di essere cacciato, vista la sua franchezza? (Sorride per qualche istante)
«Ogni volta che rilascio delle dichiarazioni lo faccio pensando ai padri costituenti. Grazie a loro posso esprimere il mio pensiero in libertà, e continuerò a farlo»”.
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