Reddito minimo garantito, 600 euro: ecco il disegno di legge M5S. Costa 20 miliardi

Reddito minimo garantito, 600 euro: ecco il disegno di legge M5S. Costa 20 miliardi
Reddito minimo garantito, 600 euro: ecco il disegno di legge M5S. Costa 20 miliardi (LaPresse)

ROMA  – Un reddito di cittadinanza di 600 euro per chi è senza lavoro o sotto la soglia di povertà: è un disegno di legge costa 20 miliardi di euro presentato dal Movimento 5 Stelle, che annuncia di aver trovato le coperture.

—> Secondo Stefano Fassina, a fronte di 30 miliardi di spesa M5S indica al massimo 4 miliardi di coperture.

Il punto numero uno del programma di Beppe Grillo, quello sul quale ha costruito tanta parte degli 8,7 milioni di voti incassati alle elezioni politiche.

Innanzitutto, spiegano i grillini, va chiamato “reddito minimo garantito” e non “reddito di cittadinanza”, perché il reddito di cittadinanza è destinato a tutti i cittadini maggiorenni, a prescindere dal fatto che lavorino o meno.

Diversa è l’idea contenuta nel disegno di legge degli M5S, che si ispirano alla Francia e al suo Revenu de Solidarité Active.

Marco Quarantelli e Martina Castigliani de Il Fatto Quotidiano hanno anticipato il ddl grillino

“Il progetto, elaborato da gruppi di lavoro locali e nazionali, prevede uno schema di reddito minimo garantito del “costo di 19-20 miliardi”, agganciato ad una riforma del mercato del lavoro. Se Grillo in campagna elettorale parlava di un sostegno di 1.000 euro per i disoccupati, ora le cifre cambiano.

In base alla proposta, avranno diritto al reddito tutti i cittadini residenti in Italia. Potrà beneficiarne chiunque abbia perso il lavoro e chi, pur lavorando, non riesca a superare la soglia di povertà: nel primo caso verrà erogato il contributo massimo di 600 euro; nel secondo caso lo Stato provvederà ad integrare il reddito fino a quota 600.

L’importo sarà calcolato sulla base del nucleo familiare, ma l’aiuto verrà erogato ad ogni membro. Esempio: una famiglia è composta da due persone, una percepisce un reddito di 400 euro al mese e l’altra non ha entrate.

Il primo componente riceverà 200 euro (per arrivare a quota 600), il secondo riceverà il contributo pieno e per ogni figlio a carico aumenterà l’importo del sostegno. Che andrà ad integrare anche le pensioni minime. Nessuna notizia ancora della copertura finanziaria: i modi e i tempi verranno svelati una volta che la bozza sarà presentata ufficialmente.

Il reddito ideato dal M5S è basato sul riordino dei centri per l’impiego. “Le riforme che si sono susseguite negli anni hanno esternalizzato parte dei servizi – spiega la senatrice Nunzia Catalfo, membro del team che ha elaborato il progetto – finendo per paralizzare il sistema perché non c’è un ente che coordina il lavoro delle strutture pubbliche con quello delle agenzie private. In base alla nostra proposta sarà il ministero del Lavoro a farlo”. I centri per l’impiego offriranno a chi è disoccupato fino a 3 offerte di lavoro “congrue”, ovvero adatte al suo curriculum: “Se uno è laureato in ingegneria non gli si può chiedere di fare il giardiniere”. Al terzo rifiuto, si perde il diritto al reddito.

In Francia esiste qualcosa di simile: è il Revenu de Solidarité Active, introdotto nel 2009. Ne ha diritto chi risiede nel paese da più di 5 anni, ha più di 25 anni, chi è più giovane ma ha un figlio a carico o 2 anni di lavoro sul curriculum. Un singolo percepisce 460 euro mensili, una coppia con 2 figli 966 euro. L’importo cresce con l’aumentare della prole ed è modulare: man mano che cresce il reddito da lavoro, diminuisce il sussidio ma in questo modo il reddito disponibile aumenta.

[…] Sulla carta, anche Pd e Sel chiedono il reddito minimo di cittadinanza. I democratici hanno presentato una proposta di legge alla Camera, assegnata il 24 giugno alle commissioni riunite Lavoro e Affari sociali, ma l’esame non è ancora iniziato. L’ipotesi del Pd prevede un contributo di 500 al mese, per coloro che hanno un Isee non superiore a 6.880 euro annui. Il partito di Nichi Vendola invece eleva la soglia a a 600 euro ciascuno da destinare a chi ha un reddito personale imponibile non superiore a 8.000 euro”.

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