ROMA – Scatoloni e valigie, così tanti da riempire un pulmino: è la scena ripresa da alcuni fotografi nel cortile di palazzo Grazioli. A lasciare la storica residenza romana è Silvio Berlusconi, insieme alla compagna Francesca Pascale. Dopo l’ultimo vertice romano, significativamente dedicato al probabile delfino azzurro Stefano Parisi, l’ex premier lascia la sua casa romana e in qualche modo anche la politica.
La politica in prima persona, fatta di riunioni, incontri, strategie, Berlusconi la lascia a quanto pare definitivamente. Seguirà ovviamente Forza Italia, ma a debita distanza, da Arcore, ovvero il cuore pulsante di tutta la sua vita pubblica, da oggi molto più centrata sulle imprese e la famiglia che sulla politica romana.
“In quelle stanze – assicura Fabrizio Cicchitto – chi aveva il coraggio, ma non erano tanti, poteva dire tutto ciò che voleva. E Berlusconi, prima di fare di testa propria, era ben contento di ascoltare tutti”. Questo era palazzo Grazioli.
L’indiscrezione dell’addio alla residenza era circolata già a luglio. L’ex premier lascia questa casa perché, dicono, costa troppo: 40 mila euro di affitto al mese che il Cavaliere non può più permettersi di sborsare.
Per Forza Italia c’è la sede di piazza san Lorenzo in Lucina. Così tramonta uno status symbol, quella che nell’immaginario collettivo era “La casa di Silvio Berlusconi“, dinanzi alla quale si fermavano frotte di scolaresche, turisti e questuanti di ogni genere.
Palazzo Grazioli, edificio cinquecentesco, realizzato da Giacomo della Porta per conto del duca Grazioli, nel pieno centro di Roma, ha visto passare la storia politica italiana degli ultimi venti anni. Però i tempi cambiano.
Il palazzo ormai è chiuso su ordine della famiglia dell’ex premier. Off limits anche ai dirigenti azzurri che occupavano stabilmente il primo piano, altrimenti noto come parlamentino. Secondo quanto riporta l’agenzia Agi, degli otto dipendenti quattro sono già stati messi in cassa integrazione dalla ex tesoriera azzurra, Maria Rosaria Rossi (non avrebbero, si vocifera, neanche ricevuto ancora il pagamento del Tfr), gli altri quattro – alle dipendenze direttamente del Cavaliere e non del partito – potrebbero essere spostati in altre ville. Ora l’ipotesi, scrive l’Agi, è che il contratto d’affitto venga dismesso del tutto. Berlusconi ha pagato ancora luglio e agosto ma al termine dell’estate l’orientamento è quello di trovare un’altra sistemazione.