ROMA – Berlusconi non può far cadere il governo, non ha i numeri. Anche se Forza Italia provasse a sfiduciare l’esecutivo, Letta e i suoi resterebbero in sella per 7 senatori. La maggioranza (considerando ovviamente il Nuovo Centrodestra di Alfano) avrebbe 168 senatori contro i 153 dell’opposizione. Sempre ammesso che anche Scelta Civica rimanga compatta al sostegno di Letta.
I conti riportati su Repubblica:
A Palazzo Madama, dunque, se Forza Italia e Gal decidessero di togliere la fiducia al governo, l’opposizione conterebbe potenzialmente 153 voti: 66 di FI, 50 del M5S, 16 della Lega, 16 del gruppo Misto e 5 di Gal.
La maggioranza potrebbe fare affidamento, invece, su 168 voti: 108 del Pd, 30 di Ncd, 20 di Scelta civica (al netto della scissione, sia popolari che montiani sostengono il governo), 10 delle autonomie. In caso di rottura, magari a seguito del voto sulla decadenza di Berlusconi, considerato che la quota di maggioranza assoluta è a 161 voti, il governo Letta-Alfano sarebbe insomma tenuto in piedi da 7 senatori. Questa è la previsione più prudente, che non tiene conto neanche del voto dei 6 senatori a vita.
Conti ancora più semplici alla Camera, dove i numeri del Pd quasi bastano da soli:
Alla Camera invece il problema non si pone perché il solo gruppo del Pd conta 293 deputati e supera la soglia della maggioranza assoluta di 316 anche soltanto grazie ai 47 di Scelta civica. L’effetto della spaccatura del Pdl sarebbe dunque solo la nascita del nuovo gruppo Ncd che avrebbe al momento 27 deputati contro i 69 di Forza Italia.
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