PALERMO – Berlusconi, Dell’Utri, Mangano, i conti esteri…anche se un po’ confuse, le intercettazioni attribuite a Emilio Fede rischiano di diventare una bomba giudiziaria. L’audio è stato fornito da Gaetano Ferri, personal trainer di Fede, ai giudici di Monza, che l’hanno girato ai loro colleghi di Palermo che stanno indagando sulla trattativa Stato-Mafia. Per questi dialoghi Fede ha minacciato di denunciare Ferri per calunnia.
Questo il testo delle intercettazioni diffuso dall’Ansa:
“Guarda a Berlusconi cosa gli sta mangiando. Perché lui è l’unico che sa… Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Dell’Utri?”.
La conversazione tra l’ex direttore del Tg4 e Ferri è del 2012. Molti brani del dialogo sono scarsamente comprensibili.
“C’è stato un momento in cui c’era timore ….- dice Fede – Che loro hanno messo Mangano (il boss morto in carcere noto come lo stalliere di Arcore ndr) attraverso Marcello (Dell’Utri ndr)”.
“La vera storia della vicenda Berlusconi – prosegue – …mafia, mafia …soldi, mafia, soldi…Berlusconi”.
“Sì, sì – aggiunge Fede – Dell’Utri era praticamente quello che investiva…Chi può parlare? Solo Dell’Utri”.
“Mangano era in carcere. Mi ricordo che Berlusconi arrivando – dice Fede riportando una sorta di dialogo tra Berlusconi e Dell’Utri – ..’hai fatto?’…’sì sì..gli ho inviato un messaggio..gli ho detto a Mangano: sempre pronto per prendere un caffè'”. “Era un messaggio per rassicurare lui su certe cose che non so..- spiega a Ferri – E devo dire che questo Mangano è stato un eroe. E’ morto per non parlare”.
“A Samorì che voleva passare con Berlusconi io gli avevo dato una mano…poi è intervenuto Dell’Utri e gli faccio rivolgiti a Dell’Utri, ma stai attento perché Dell’Utri è un magna magna. Mi ha detto Samorì ‘cazzo se non avevi ragione…gli ho chiesto mettimi in lista e sai cosa mi ha chiesto: 10 milioni di euro'”.
La difesa
“E’ tutto falso, l’ho già detto ai magistrati e ho denunciato quel truffatore per calunnia e minacce gravi”, la replica di Fede: “Lui ha manipolato le mie dichiarazioni”.
Fede ha precisato di aver presentato una denuncia contro Gaetano ferri due mesi fa alla Procura di Monza: “E’ un truffatore, è stato in galera, imbrogliava la gente travestito da rappresentante delle forze dell’ordine, sono cose che sanno tutti.. Quel che fa testo è quello che io ho sempre detto ai magistrati di Palermo: sapevo che Berlusconi si preoccupava della famiglia di Mangano che veniva tenuto in galera perchè rivelasse qualcosa contro il presidente e che aveva chiesto anche a Dell’Utri di occuparsene, ma sono cose che sanno tutti, erano scritte sui giornali”.
“Berlusconi diceva che Mangano si stava sacrificando per lui – ha continuato – e che bisognava fare qualcosa per la sua famiglia, queste sono le cose che ho riferito ai magistrati, di Dell’Utri non ho mai detto altro e non so nulla di conti esteri”.
Quanto ai dialoghi contenuti nelle registrazioni telefoniche consegnate da Ferri alla procura, secondo Fede si tratta di manipolazioni fatte con spezzoni di conversazioni: “Era venuto anche da me a offrirmele chiaramente per ricattarmi e credo le abbia offerte anche a quotidiani – ha aggiunto – ma io l’ho respinto in modo deciso e lui è arrivato anche a minacciarmi”. Fede ha ribadito di rispondere ‘totalmente’ a quanto riferito al Pm Di Matteo, tutto il resto, ha aggiunto, sono solo falsità
Anche l’avvocato di Fede, Massimo Bevere, ha ribadito gli stessi concetti:
“L’interessato smentisce categoricamente la ricostruzione dei fatti come riportata, rappresentando, in particolare, di aver già presentato nel mese di maggio una dettagliata denunzia-querela nei confronti di Gaetano Ferri dinanzi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza, per i reati di calunnia, estorsione e minacce”.
Ferri, sottolinea l’avvocato, è “già noto alle cronache giudiziarie per essere stato arrestato per truffa per aver indossato la falsa divisa di Maresciallo dei Carabinieri”. “Inoltre, ribadisce che le uniche dichiarazioni da lui rese sono in possesso dei Pubblici Ministeri dott.ri Antonino Di Matteo e Roberto Tartaglia- Lo stesso, infine, si riserva di tutelare la propria immagine nelle opportune sedi giudiziarie nei confronti di coloro i quali si sono resi responsabili del reato di diffamazione a mezzo stampa”.
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