ROMA – Che Berlusconi è quello che si presenta alle Camere riunite? Tutto fuorché solido, sebbene dietro la solidità del governo, del sistema paese, dei fondamentali economici, vada nascondendosi le rare volte che ha aperto bocca. E’ solido un premier scivolato al 23% di fiducia presso gli italiani? Zapatero, che ha fatto le valigie anzitempo, era sceso al 21%. L’ultimo sondaggio dell’Istituto Piepoli è impietoso. Sono state ascoltate 27 mila persone per misurare il gradimento degli europei nei loro governi, mille per ogni membro dell’Unione: nella speciale classifica della fiducia il governo italiano si piazza al 18° posto. Sono lontani i tempi in cui Supersilvio sbandierava un gradimento bulgaro attestato al 61%. E anche quando fu scalzato per il famoso ribaltone del ’94, l’aver sostenuto il famigerato decreto “salvaladri” gli costò 20 punti percentuali di crollo, ma rimase sempre oltre il 40%. Prodi, per fare un esempio, con il 26% di fiducia si dimise una prima volta, per poi essere reincaricato, mentre un altro 25% lo costrinse ad andare a casa.
Peggio di Berlusconi sono messi Sarkozy, al 22%, ma è una tendenza consolidata da tempo, poi Papandreu al 21 e Coelho al 19. Decisamente poco incoraggiante: non è bello iscriversi proprio adesso nel malfamato club dei Pigs. E non possiamo spendere nemmeno la carta di riserva: affitti e Milanese hanno dimezzato il tesoretto della fiducia a Tremonti, sceso al 25% di gradimento. Il risultato è che, come rileva anche Il Giornale a nove colonne, “Berlusconi si gioca tutto”, ma con una partenza ad handicap. Sarebbe come giocare in casa della prima in classifica per non retrocedere e se si perde non si può dare la colpa all’arbitro. Ammesso e non concesso che ai mercati, quasi un’entità sovrannaturale, gliene importi qualcosa delle “comunicazioni” sulla crisi economica del Presidente del Consiglio al Parlamento italiano.
Il momento è cruciale, i mercati, sempre aperti, osservano: il rischio è che un paese fondatore dell’euro precipiti nel baratro dell’insolvenza, del default. La missione impossibile di Berlusconi è convincere gli investitori di di tutto il mondo di continuare a investire nel nostro Paese. Ci si aspettano dal premier sobrietà e autorevolezza, toni alti e rassicuranti. Come osservano Luigi Zingales e Luigi Guiso sul Sole 24 Ore, Berlusconi deve evitare di prendersela con la speculazione internazionale, sarebbe inutile e controproducente. Può invece cercare di tranquillizzare i mercati indicando una tabella di marcia per la crescita affidata alle imprese private e non alla generosità di una spesa pubblica impossibile. Siamo appesi alla declinante credibilità di un uomo che presenta diverse incognite: oggi è un passaggio fondamentale della sua parabola politica. L’addetto al sipario è stato allertato.
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