Saga Alitalia. Un’ora di ritardo, passeggeri senza notizie, uno dice parolacce, il comandante fa chiamare la polizia

Stimolato dal post di Blitz blog del 22 luglio, un’importante manager di una primaria azienda italiana, che ci ha chiesto di firmarsi “Frequent Flier”, ci ha trasmesso questo contributo.

2 luglio volo az delle h20,00 per uno scalo del Nord: annuncio ritardo. Decollo previsto alle 21,40. Non è colpa Alitalia perchè Linate è stata chiusa per alcune ore, di conseguuenza tutti gli orari rivisti.

Mi riproteggono sull’az delle 20,40, annunciato in orario. Ci imbarchiamo puntuali. Alle 20,40 il comandante annuncia che tra pochi muniti lasceremo il parcheggio, stiamo aspettando gli ultimi documenti. Alle 21,05 siamo ancora fermi, nessuna notizia.

Mi avvicino alla cabina di pilotaggio e chiedo agli assistenti di volo se è possibile conoscere le ragioni del ritardo. Riferiscono al comandante che si guarda bene dal dare spiegazioni. resto in attesa, con altri passeggeri incazzati. E stando lì capiamo le ragioni del ritardo: l’addetta alla rampa sta cercando di mettersi in contatto con il magazzino, che non risponde, perchè abbiamo bisogno di zavorra (!!!).

Cosa è successo? Semplice! la “riprotezione” di passeggeri su questo volo, che era previsto quasi vuoto, ha modificato i piani di carico e per un corretto assetto al decollo occorre redistribuire i pesi (…ma alitalia, mentre svolge il check-in, non è in grado di fare un conteggio in tempo reale di quanti passeggeri sta caricando? se ne rende conto solo quando l’aereo sta per partire?).

Torniamo al magazzino. Non risponde. L’addetta si dà da fare ma non ne viene a capo. Intanto altri passeggeri che, causa ritardo all’arrivo a destinazione, rischiano di perdere le concidenze e quindi hanno costi aggiuntivi da sopportare, chiedono agli assistenti se Alitalia prevede rimborsi . Risposta: non lo sappiamo (!!!), chiedete quando arriviamo (!!!) (ma chi li addestra questi signori?).

Torniamo al comandante: dopo altre insistenze, alle 21,20 finalmente informa via microfono le ragioni del ritardo e una stima di decollo entro pochi minuti (l’addetto al magazzino finalmente ha risposto). Il decollo avviene finalmente alle 21,40.

Dimenticavo: un passeggero esasperato aveva usato parole forti. La reazione del comandante Alitalia, che informazioni ai passeggeri non ne dà, in questo caso è immediata: chiamate la polizia. Per fortuna dopo poco ritorna sui suoi passi (quanto altro ritardo avremmo accumulato?).

Morale della storia: qualche volta i ritardi sono dovuti a cause di forza maggiore (Linate chiusa), altre a mancanza di organizzazione della compagnia (la zavorra…). Ma in tutti i casi manca sempre l’informazione ai passeggeri. Talvolta anche il comandante non è in grado, per ragioni oggettive, di stimare i ritardi.

Ma perchè non dirlo? Si tratta solo di rispettare il passeggero.

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