ROMA – Invece di pensare al marcio della Chiesa (pedofilia, simonia, corruzione) Papa Francesco va alla ricerca di facile demagogia prendendo di mira soprattutto quel che accade in Italia. In un incrocio fra Beppe Grillo e Rifondazione comunista, Papa Francesco dice una serie di cose anche nobili in linea di principio, per lo più vaghe banalità e luoghi comuni ma che hanno poco costrutto pratico, ottenendo solo di fare confusione e di interferire nelle faccende interne in Italia, come peraltro consuetudine da duemila anni.
Ecco una serie di massime di Papa Francesco, come riferite dalla agenzia Ansa, estratte dal suo discorso ai dipendenti Inps.
1. Pensioni. Non è giusto “rinegoziare” l’età per la pensione fino ad “estremismi aberranti”.
“Fino a qualche tempo fa era comune associare il traguardo della pensione al raggiungimento della cosiddetta terza età” e invece “l’epoca contemporanea ha mutato questi ritmi. Da un lato l’eventualità del riposo è stata anticipata, a volte diluita nel tempo, a volte rinegoziata fino ad estremismi aberranti, come quello che arriva a snaturare l’ipotesi di una cessazione lavorativa”.
Beato chi capisce proprio le parole.
2. La domenica è un giorno di riposo perché la persona possa dedicarsi alla famiglia e anche alla sua vita spirituale. “L’esigenza di ‘santificare’ il riposo si lega a quella, riproposta settimanalmente dalla domenica, di un tempo che permetta di curare la vita familiare, culturale, sociale e religiosa”.
Non gli ha detto nessuno del riposo compensativo?
3. Il lavoro non è “un mero ingranaggio nel meccanismo perverso che macina risorse per ottenere profitti sempre maggiori; non può essere prolungato o ridotto in funzione del guadagno di pochi”. La dignità dell’uomo “non può essere pregiudicata mai, neanche quando smette di essere economicamente produttiva”.
4. La missione di Inps. Tutelare il diritto alla pensione, le sovvenzioni ai disoccupati, l’assistenza alla maternità. L’appello arriva dal Papa nell’udienza ai dipendenti e dirigenti dell’Inps. “Vostro difficile compito è contribuire affinché non manchino le sovvenzioni indispensabili per la sussistenza dei lavoratori disoccupati e delle loro famiglie. Non manchi tra le vostre priorità un’attenzione privilegiata per il lavoro femminile, nonché quell’assistenza alla maternità che deve sempre tutelare la vita che nasce e chi la serve quotidianamente”.
“Non manchi mai l’assicurazione per la vecchiaia, la malattia, gli infortuni legati al lavoro. Non manchi il diritto alla pensione, e sottolineo: il diritto, perché di questo si tratta. Siate consapevoli dell’altissima dignità di ciascun lavoratore, al cui servizio voi prestate la vostra opera. Sostenendone il reddito durante e dopo il periodo lavorativo, contribuite alla qualità del suo impegno come investimento per una vita a misura d’uomo”.
Anche a lui piace parlare di diritti, i doveri (nel caso quello dei contributi) sono un optional. Anche Giorgio Napolitano aveva parlato di diritto al lavoro dei giovani, col risultato che nessun giovane vuol più fare un lavoro che non gli piaccia. Se è un diritto, me lo dovete dare che mi vada bene. Per i lavori non graditi, ci sono i neri e i marocchini, i filippini e gli extracomunitari in genere.