Il molosso, morto soffocato, aveva morso la “mantide”, ma non era colpa sua

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Un molosso. Quello che ha morso la “mantide”, è morto soffocato. Ma come dire che era colpa sua

La cronaca ha tante sfaccettature, è lo specchio della vita: sorprese, amarezze, gioie, sofferenze.

La cronaca del Messaggero di Roma, registra l’avventura di Gigliola Guerinoni, la “mantide di Cairo Montenotte”, fuori dal carcere dopo anni per avere scontato la condanna per l’omicidio dell’amante e azzannata in strada  da un cane, un molosso, che non aveva mai visto mentre lei passava lì per caso.

Registra anche la crudele fine del povero cane. Solo un cuore di pietra non può soffrirne. Il cane, certo non era un barboncino ma un molosso, però non si può imputare a lui quello che la natura ne ha fatto e gli uomini ne hanno fatto, forzando la sua inclinazione facendone una macchina per uccidere.

I proprietari del cane, due romeni, che lo avevano aizzato contro i poliziotti intervenuti per sedare una lite, sono finiti in manette (ma se non sono già usciti presto usciranno).

La “serata di follia”, scrive il Messaggero,

“ha avuto anche un altro drammatico fuori programma, perché il molosso di uno dei due uomini è morto soffocato davanti a un gruppetto di persone che non sono riuscite a intervenire per salvarlo. La povera bestia era stata legata a un albero in attesa che arrivasse un veterinario per sedarlo. Ma il dottore si è fatto aspettare ben due ore e il cane è morto, abbaiando e agitandosi, nel tentativo di liberarsi”.

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