ROMA – Imu alla Chiesa solo per metà, ricorso all’Ue contro la bocciatura della legge 40, ovvero contro la fecondazione assistita, aiuto allo Ior, la banca Vaticana: così Mario Monti mostra il suo volto “papalino”.
In un articolo del Fatto Quotidiano di pochi giorni fa si metteva bene in mostra come il premier Monti sia gradito prima di tutto a Papa Benetto XVI e poi a tutta la nomenclatura vaticana. A tal punto che parlando dei rapporti tra premier e Pontefice si utilizzerebbero in ambienti di oltre Tevere termini come “familiarità”, “grande stima”, “rispetto”.
Termini a cui seguono i fatti. Come sottolinea il Fatto, ad esempio, il Vaticano avrebbe chiesto addirittura un parere a Monti sulla scelta del successore di Ettore Gotti Tedeschi come presidente dello Ior.
Sempre Il Fatto ricorda come il governo Monti abbia aiutato lo Ior contro l’Europa che aveva bocciato la banca vaticana in tema di trasparenza e contrasto al riciclaggio. Allo stesso modo anche sull’8 per mille Monti si è rifiutato sia di attivare la commissione italo- vaticana per rivederne il gettito ben superiore alla vecchia “con – grua” (come prevede il Concordato) sia di indicare precisamente la destinazione della quota statale.
Il premier – ricordava Il Fatto – non s’è fatto mancare nemmeno il ricorso contro la diagnosi preimpianto nella fecondazione assistita depositato mercoledì, il finanziamento alle scuole private (223 milioni di euro) e il condono sull’Imu: gli immobili commerciali di enti religiosi la pagheranno dal 2013 come avrebbe comunque imposto la Ue (“su scuole e mense però bisogna ancora trattare”, avvertono in Vaticano), ma tutto è perdonato quanto all’evasione pregressa.
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