Non fa bene sperare per il destino dei nostri marò Massimiliano Latorre e Nicola Girone, da due anni prigionieri dgli indiani dell’India, il fallimento della tanto sbandierata missione dei 16 parlamentari italiani in India per intercedere in loro favore.
La missione si è tradotta in una specie di gita aziendale, ovviamente costosissima, dato il lignaggio dei viaggiatori, 16 tra deputati e senatori, ma si è conclusa con un nulla di fatto.
In realtà si è trattato di un’altra vergogna nazionale.
I parlamentari sono partiti senza sapere bene cosa fare, senza appuntamenti, senza un minimo di agenda e a New Delhi hanno trovato, come si dice, porta di legno.
Questo è il senso di una notizia dell’Ansa che sotto il titolo:
“Marò, finita missione parlamentari
Rientra missione parlamentari. Italia tenta anche pista russa”,
dà conto della passeggiata. Con involontaria ironia, il titolo dell’Ansa, se lo si legge affrettatamente, diventa
“Marò, finta missione parlamentari”.
Sono andati in 16 a perorare la causa, peccato però che sia mancato un interlocutore: gli omologhi indiani. L’Ansa spiega che erano giorni di festa a New Delhi durante i quali il parlamento non si riunisce e che almeno queste sono le ragioni ufficiali del mancato incontro molto voluto dalla parte italiana.
Ma non si sono informati prima di fare un viaggio di ore, quasi dall’altra parte del mondo?
Così i nostri 16 eroi sono sono dovuti accontentare di incontri con l’ambasciatrice americana e con 28 diplomatici europei. L’americana, Nancy Powell, ha garantito il sostegno degli Usa. Anche i russi hanno promesso aiuto. L’Italia, grazie al disastro dei vari ministri e della diplomazia di carrriera, conta sempre meno nel mondo.
I nostri parlamentari, a pochi giorni dalla sentenza del 3 febbraio che deciderà la fine che faranno i nostri Marò, sono andati in India e non hanno concluso niente?
Ma non era quello portare dalla nostra le diplomazie internazionali non era forse il compito del Ministero degli Esteri? Per dare un’idea del desarroi in cui si trova il ministero degli Esteri basti pensare che tutta la complessa vicenda è un mano a Staffan De Mistura, un uomo dabbene, gentile e educato, che ai tempi che furono fu anche sottosegretario agli Esteri e poi lo hanno tenuto anche dopo. La sua gestione iniziale del caso marò fu definita dalle alte gerarchie militari italiane “una farsa”.
Maria Giovanna Maglie, su Libero, ha colto l’aspetto esilarante della vicenda nel paradosso:
“Sono tornati dalla gita sociale a Delhi, e ora che sono di nuovo a Roma i componenti dell’abbondante delegazione bicamerale chiedono un incontro «al più presto» con i parlamentari indiani.
“No, né voi né noi siamo impazziti, è il livello del governo Letta con il fattivo contributo del Parlamento che ha toccato sulla vicenda dei marò il confine del grottesco oltre che dell’immorale, e se non avevo dubbi sull’inutile pantomima di un viaggio avvenuto per bieca propaganda, per salvare malamente la faccia e in sospetto di elezioni, all’insegna del troppo poco e troppo tardi, due anni di ritardo, a mani vuote, senza un solo progetto, una proposta concreta, una agenda minima di incontri concordata in loco, ecco che la realtà riesce ad essere peggiore delle previsioni”.
“Sapete la verità? Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti illegalmente da due anni, rispediti in India tra le minacce a loro e alle famiglie dal governo Monti, snobbati e calunniati dal governo Letta, ora in procinto, con comodo della campagna elettorale indiana, di essere giudicati come pirati mentre erano in missione antipirateria, missioni che altri seimila marò continuano a svolgere con gli stessi rischi, si sono ritrovati a incontrare senza poter dire quel che hanno nel petto personaggi che hanno la faccia tosta di rilasciare le seguenti dichiarazioni.
“Fabrizio Cicchitto: «Il ministero degli Esteri ha lavorato incessantemente, noi ci siamo mossi quando sollecitati. Che i marò ci abbiano ringraziato per averlo fatto insieme ci riempie di gioia».
“Pier Ferdinando Casini: «Toccante, sono dei ragazzi straordinari che vivono con grande dignità una condizione veramente difficile».
“Una chicca davvero non richiesta, infine, dall’ambasciatore Daniele Mancini, di recente immortalato mentre consegna un omaggio floreale al leader nazionalista che vuole la pena di morte per i marò: «L’India è un Paese difficile, ma che merita la considerazione dell’Italia»”.
Alla fine, se a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone daranno l’ergastolo o vent’anni di lavori forzati sarà un trionfo.
Vedrete.
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