ROMA – Il maltempo non ha aiutato l’immagine del sindaco di Roma, Ignazio Marino, I servizi dei telegiornali, con Roma bloccata dal traffico, gli sfottò su internet, la metro allagata.
“Se piove, naturalmente, la colpa non è del sindaco”, nota Ernesto Menicucci sul Corriere della Sera. Ma è altrettanto vero che non piace a chi vive a Roma un sindaco che si preoccupa dei ciclisti sempre più odiati dalla maggioranza dei cittadini, accorre scodinzolando alle feste dei gay, poi lascia la città nell’abbandono quando è sommersa dal fango.
Da quando è sindaco, l’unica cosa che ha fatto Ignazio Marino è stato bloccare al traffico privato una parte di via dei Fori Imperiali, soffocando l’economia di un intero quartiere e strozzando il traffico di Roma.
Chiudere via dei Fori Imperiali ha fatto scrivere di Ignazio Marino sui giornali internazionali; se avesse lanciato la pulitura dei tombini nessuno se lo sarebbe filato.
Ma quando le strade di Roma si sono trasformate in laghi e mezza città è stata chiusa dagli allagamenti di metro e sottopassaggi, al fastidio per il disastro Fori si è aggiunta l’indignazione per i tombini.
E allora, come scrive Ernesto Menicucci, i vertici del Pd nazionale sono sempre più convinti che
“Roma sia un problema. Da risolvere, prima o poi”.
Così, riferisce Ernesto Menicucci,
“già da qualche giorno, sono iniziati conciliaboli, telefonate, esplorazioni. Si cerca, una exit strategy. Come? Con le elezioni politiche sarebbe più semplice, altrimenti «precipitare» la crisi a Roma potrebbe diventare un salto nel buio, a meno che non ci sia un «piano B»”.
Il “piano B” resta avvolto nel mistero, ma tutti sanno che Matteo Renzi non ama Ignazio Marino, catapultato sindaco dalla immarcescibile volontà dell’allora ineffabile segretario Pierluigi Bersani, che preferì Ignazio Marino al candidato di Matteo Renzi.
Renzi non ha perso occasione per manifestare il suo fastidio, compreso presentarsi con un’ora di ritardo a un appuntamento con Marino quando Renzi era ancora sindaco di Firenze e rifiutare categoricamente di farsi vedere a pedalare per i Fori con lui. Salvo poi farsi trascinare a piedi nel traffico di piazza Venezia e farsi insultare dai romani.
Massimo dell’umiliazione inflitta da Matteo Renzi a Ignazio Marino, essere salito solo sul palco di piazza del Popolo per la chiusura della campagna elettorale per le europee a Roma, come per dire ai romani: io sono un’altra cosa.