A Napoli gli orchestrali, categoria iper protetta, iper sindacalizzata e ben pagata, del teatro San Carlo sciopera; ci doveva andare Napolitano e loro se ne fottono e Polo Isotta si indigna sul Corriere della Sera:
“Siamo senza parole. Certe liturgie degli anni Settanta credevamo fossero del tutto dietro le nostre spalle. Invece lo sciopero indetto da orchestra e coro del San Carlo dimostra che il tempo non è stato maestro a nessuno. “Lo sciopero da loro proclamato è un gravissimo errore giacché finisce col distruggere proprio le ragioni rivendicative nel merito delle quali non vogliamo entrare.
“Il concerto inaugurale della stagione sinfonica che con lo sciopero è stato revocato nel nulla è una di quelle manifestazioni qualificanti dotate di un respiro addirittura mondiale. Noi diamo ancora la volta l’immagine di una Nazione priva di amor di Patria e di orgoglio nazionale.
“Nemmeno l’annunciata presenza del capo dello Stato ha indotto a cercare altre forme di protesta. Che cosa aggiungere?”.
Il titolo è:
“Danno d’immagine che scredita il Paese”.
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