MILANO – Abuso di potere e degrado, Lele Mora per descrivere le notti di Arcore cita il giornalista Giuseppe d’Avanzo. Lele Mora parla ai giudici in una dichiarazione spontanea, lui imputato nel processo Ruby bis proprio perchè avrebbe spinto sulla via della prostituzione alcune ragazze.
Racconta Mora: ”E’ vero ho partecipato alle feste di Silvio Berlusconi ad Arcore, è vero ho accompagnato alle cene alcune ragazze, ma non ho mai voluto condizionarle, non ho mai giudicato i loro comportamenti e non ho mai orientato le loro condotte con costrizione”. Mora ha anche voluto sottolineare che rispetta e non contesta ”l’attività di indagine della procura”.
Il caso Ruby e quello che è successo attorno alle serate ad Arcore di Silvio Berlusconi è stato un caso di ”dismisura, abuso di potere, degrado, tre parole che ho letto sui giornali e che condivido”, ha detto Lele Mora citando il giornalista Giuseppe D’Avanzo, facendo dunque una sorta di ‘mea culpa’. ”Io ne sono stato passivo concorrente – ha aggiunto l’ex talent scout – ma oggi non voglio più mangiare cibo avariato e lascio il compito ai miei difensori di chiarire”.
Poi davanti ai giornalisti ritocca in qualche modo la versione data ai giudici: ”Ad Arcore non c’è stato niente di male, quando in aula ho parlato di ‘degrado’ ho detto quello che ha riportato un giornale: la prostituzione ad Arcore non c’è mai stata”, ha spiegato ai giornalisti l’ex talent scout.
(Video Corriere Tv)
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