ROMA – Venti sommergibilisti della Marina, dopo aver completato il tirocinio acquisendo le principali tecniche e procedure di fuoriuscita “a secco” presso la Scuola sommergibili della Marina di Taranto, lo scorso febbraio si sono recati in Olanda per completare la formazione e apprendere le tecniche di addestramento “in pressione”.
Il corso è il secondo dello stesso tipo condotto presso la Marina olandese e il primo offerto a una marina estera. Obiettivo raggiunto con successo per tutti i partecipanti che sono stati seguiti e coordinati, per l’intero periodo, da un team di ufficiali dello Stato Maggiore Marina e della Flottiglia Sommergibili di Taranto.
Un accordo di cooperazione con la Marina olandese consente ai sommergibilisti italiani di addestrarsi in una struttura d’avanguardia recentemente realizzata presso l”Aquacentrum’ di Den Helder, la torre per la fuoriuscita “Triton 12”. La sicurezza dell’equipaggio di un sommergibile è una priorità assoluta, qualunque sia lo scenario operativo in cui si opera, motivo per cui un sommergibilista dedica buona parte del suo addestramento alla condotta del mezzo nelle massime condizioni di sicurezza.
Uno degli scenari ipotizzabili per l’equipaggio di un sommergibile è proprio quello di dover abbandonare il mezzo per cause tecniche o, nella peggiore delle ipotesi, quando colpito il battello si trovi nella condizione di non poter più navigare e finisca posato sul fondo marino. È in questi casi che l’abbandono inevitabile del battello avviene attraverso la fuoriuscita dalla torretta, dopo aver indossato una tuta speciale di contenimento che è a tutti gli effetti una zattera di salvataggio monoposto.