ROMA – Lo yacht di Riccardo Bossi esiste e sta a Port El Kantaoui, in Tunisia. Il Corriere della Sera ha trovato lo yacht “dal valore di 2,5 milioni di euro”, che secondo l’accusa del gip di Milano il figlio di Bossi avrebbe acquistato con i soldi della Lega Nord. Il gip di Milano ritiene che lo yacht sia stato “acquistato avvalendosi di un prestanome e grazie a un’ulteriore appropriazione indebita di Belsito”. Roberto Maroni dopo aver appreso dello yacht ha dichiarato: “Se è stato comprato con i soldi della Lega Nord va sequestrato”.
Giuseppe Guastella sul Corriere della Sera scrive:
“Lunghezza 21,01 metri, due motori da 1.550 cavalli, 45,58 tonnellate di stazza, tre cabine lussuose e tre bagni per 6 persone più due membri dell’equipaggio, scafo blu-notte e bianco, ponti in teak, due potenti moto d’acqua nella stiva: è la «Stella», la barca più ammirata a Port El Kantaoui dove per tutti è lo yacht di Riccardo Bossi, quello che sarebbe stato pagato con i soldi sottratti ai finanziamenti elettorali della Lega Nord e che il giudice Gianfranco Criscione mette al centro degli ultimi affari dell’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, e del procacciatore d’affari Romolo Giradeli”.
Se in un primo momento si dubitava dell’esistenza dello yacht, ora l’avvistamento a Port El Kantaoui ne sembra confermare l’esistenza, scrive Guastella:
“I documenti trovati dal Corriere della Sera in Tunisia confermano che si tratta di uno yacht Sunseeker, modello «Predator 72», immatricolato il 21 luglio 2008 con il numero 914674 e il nome di «Stella delta». Ha attraccato qui il 16 marzo 2012, mentre in Italia infuriava lo scandalo sui fondi della Lega finiti nella sede di Cipro della banca della Tanzania e, si accerterà poco dopo, usati anche per pagare spese della famiglia Bossi. Doveva stare tre mesi, invece è ancora lì”.
Lo yacht appartiene alla società inglese “Stella luxury charter ltd” e il proprietario delle azioni è un imprenditore italiano che corre nelle serie minori come Riccardo Bossi:
“La documentazione dice anche che prima di ormeggiare in Tunisia la barca era stata in Sardegna proveniente dal porto di Mentone (Francia). A terra quel 16 marzo scesero due donne e quattro uomini, tra i quali «Bossi Riccardo, nato il 6 maggio 1979, italiano», e il socio unico della «Stella Luxury», definito «utilizzatore» dell’imbarcazioni, colui che paga anche circa novemila euro l’anno per lo stazionamento in banchina”.
Lo yacht potrebbe non essere del figlio di Bossi, ma alcuni testimoni confermano la sua presenza a bordo, scrive il Corriere della Sera:
“Basta far vedere la foto di Riccardo Bossi e arriva la conferma: «È lui, al mille per cento. Ha un’aquila sulla schiena», afferma con decisione il primo testimone, uno che lavora qui intorno da anni e conosce tutto e tutti. Ed infatti Bossi jr. si è fatto tatuare una vistosa aquila sulla schiena.
«Viene sempre con ragazze diverse, belle e giovani, sui vent’anni. Va in giro mettendo in mostra il fisico e tratta tutti in modo brusco. Lui comanda come fosse il padrone, l’altro (l’utilizzatore, ndr ) sembra ubbidire. Qualche volta prende la moto d’acqua e se ne va in giro a tutta velocità». L’uomo sulle prime non parla volentieri, poi si scioglie: «Bisogna stare attenti, io sono un uomo timorato di Dio e onesto. Non nascondo mai la verità». Bossi non ha lasciato un buon ricordo neppure a Mentone, dove «Stella» è stata ormeggiata un paio di anni fino al 2012”.
Sempre dietro l’anonimato, un terzo testimone racconta dello slalom con la moto d’acqua tra le barche ormeggiate a Cap martin e dei “battibecchi”:
«Abbiamo protestato, minacciato di chiamare la guardia costiera. La risposta è stata un dito medio alzato»”.
Riccardo Bossi, intervistato da un cronista, dello yacht non vuole parlare:
“«Non ho niente da dire, non mi può interessare quello che ha da dirmi»”.
Non commenta e non smentisce il figlio di Bossi e qualcuno racconta che lo yacht è in vendita, scrive il Corriere della sera:
“A Port El Kantaoui dicono che da un paio di mesi «Stella» è in vendita, pare per una cifra tra 1,1 e 1,6 milioni. Per tutto il giorno sulla barca non è salito nessuno, nemmeno l’uomo addetto alla pulizia. Dallo scafo è anche sparito il numero di matricola”.
Ecco il video esclusivo del Corriere della Sera in Tunisia:
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