ROMA – Trucchi per alzare il prezzo della benzina taroccando le quotazioni del petrolio del Mare del Nord. La Commissione europea ha aperto un’indagine su Shell, Bp e la norvegese Statoil, per scoprire se qualche compagnia petrolifera ha infatti truccato la quotazione del Brent, ovvero il greggio del Mare del Nord, che serve come punto di riferimento per il prezzo del petrolio internazionale e dei prodotti come la benzina e il gasolio.
Se fosse confermato sarebbero stati raggirati non solo gli automobilisti inglesi, ma anche e quelli di mezzo mondo, italiani compresi, che avrebbero pagato il loro carburante un po’ più caro di quanto sarebbe realmente costato. Il tutto ovviamente a vantaggio dei grandi del petrolio. Al momento non si sa se altre società siano coinvolte. L’italiana Eni da parte sua ha precisato di aver ricevuto una richiesta di informazioni, ma di non essere coinvolta nel procedimento.
Ma come taroccare le quotazioni e cosa ne deriva? Tutto ruota attorno al sistema Platts, la maggior agenzia mondiale per la fissazione del prezzo del petrolio. Platts, società nata nel 1923 controllata dal gruppo editoriale McGraw Hill ha una sorta di monopolio sull’informazione petrolifera. E la quasi totalità delle transazioni del mercato, una quota tra l’80 e il 95%, fa riferimento ai prezzi che vengono fissati dall’agenzia americana.
A essere sotto la lente è proprio il sistema che Platts usa per determinare ogni giorno il valore del barile di Brent. Come funziona? Ce lo spiega il Corriere della Sera:
Utilizzato dal 2002, il market-on-close non è altro che un sistema che dovrebbe rendere conto di tutti i valori delle transazioni delle principali qualità di greggio del Mare del Nord in una «finestra» temporale intorno alle 16.30, ora di Londra. In pratica ciò che accade è che gli operatori di Platts si informano (per telefono, fax o email) con i principali operatori qualificati (compagnie, trader) dei prezzi spuntati a ridosso della chiusura di metà pomeriggio e sulla base dei valori ottenuti fissano il prezzo di riferimento del Brent.
Il timore è che qualcuno tra i protagonisti del mercato del Mare del Nord abbia manipolato le informazioni raccolte da Platts per influire sul prezzo del Brent, ovviamente a proprio vantaggio. I valori in gioco sono enormi: con il sistema Platts si stima che si chiudano ogni anno transazioni per 2.500 miliardi di dollari. Per le compagnie, se i sospetti dovessero essere dimostrati, il conto da pagare potrebbe essere salato.
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