PARIGI – Un anno di applicazione di no fly zone in Libia costerebbe fra i 150 e i 250 milioni di euro, secondo Jean-Pierre Maulny, vicedirettore dell’istituto francese per le relazioni internazionali e strategiche (Iris), incaricato delle questioni di difesa e sicurezza. Il dato viene ripreso dal quotidiano Liberation, che lancia il dibattito su ”i costi della guerra” a proposito dell’intervento in Libia. Il quotidiano nota, da un lato, che – dopo il primo giorno in cui i francesi hanno distrutto veicoli blindati di Tripoli a terra – tutta la mobilitazione ha portato finora a un grande dispendio di carburante e ore di volo, mentre ”nessun elicottero o aereo da combattimento sotto l’autorità del governo di Tripoli viene avvistato in volo, né sembra in grado di volare”, per citare le parole del ministro della Difesa, Gerard Longuet.
Nonostante questo, l’impegno potrebbe andare a pesare ulteriormente su un bilancio – quello della difesa – già falcidiato dai tagli per la crisi economica, tanto che soltanto quest’anno sono previsti nel settore 8.000 tagli di posti di lavoro. Secondo gli esperti di Liberation, ”un’ora di volo di un Rafale (senza contare il carburante) costa fra 10.000 e 13.000 euro, quella di un Mirage 2000 fra 10.000 e 11.000 euro, ma ciò ”vale anche se si addestrano nei cieli di Francia”.
Nel caso dell’intervento in Libia, ”si aggiungono i costi di carburante”. Quello che però fa salire l’asticella delle spese ”sono le bombe che si sganciano”, come afferma Eric Denecé, del Centro francese di Ricerca e Informazione. Gli aerei francesi sono provvisti di bombe a guida laser GBU12 di fabbricazione americana e di missili a medio raggio AASM prodotti da Sagem. Questi ultimi costano fra i 300.000 e i 350.000 euro l’uno. ”Per ora – precisa Maulny – quest’operazione non costa cara quanto a munizioni. Ovviamente, questa questione diventerà sempre più pertinente via via che il conflitto si protrarrà”.