BERLINO – Aumentano le comuni neonaziste in Germania. I servizi segreti le tengono d’occhio, ma negli ultimi quattro anni sono almeno sessanta gli edifici acquistati dai neonazi e usati come case per le famiglie dei militanti.
La prima comune risale al 2011, ricorda Tonia Mastrobuoni sulla Stampa, quando un neonazista pregiudicatosi comprò un edificio storico nel centro di Crawinkel, paesino della Turingia, noto perché durante la seconda guerra mondiale ospitava i prigionieri dei campi di concentramento che lavoravano nelle fabbriche di armi.
Quell’edificio, scrive Mastrobuoni, è stato
“ribattezzato con le iniziali della gioventù hitleriana HJ, ossia “Hausgemeinschaft Jonastal” (“Comunità Jonastal”) ospita da allora soltanto militanti della rete di estrema destra “Blood & Honor” con le loro famiglie; una parte di essi si è poi trasferita in un paesino vicino, Ballstaedt, dove ha comprato un altro edificio per fondare una nuova comunità”.
Ma questi sono solo due esempi. In Germania i neonazisti possiedono 60 edifici e sfruttano 200 terreni e case a scopo abitativo. Naturalmente sono tenuti sotto osservazione dai servizi segreti, ma le loro attività non sempre sono alla luce del sole. Scrive Mastrobuoni sulla Stampa:
“tempo fa, la fondazione Amadeu Antonio, una delle più attive nella lotta contro i movimenti di estrema destra, ha organizzato un conferenza stampa con una neonazista pentita che vive sotto scorta ed è minacciata di morte dall’ex marito. La donna ha raccontato una verità agghiacciante: molti neonazisti si muovono in branco e cercano di andare a vivere vicini, idealmente occupando quartieri interi. Vogliono crescere i figli, indisturbati, secondo il credo nazionalsocialista”.
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