Germania, non solo maschi o femmine: arriva il terzo genere sui documenti

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Germania, non solo maschi o femmine: arriva il terzo genere sui documenti

BERLINO – In Germania sui documenti arriva il terzo sesso. E in futuro dovrà essere tutelato dal diritto. E’ questo il senso della storica pronuncia della Corte costituzionale tedesca.

Essere costretti a registrarsi all’anagrafe e nei documenti ufficiali come maschio o femmina quando non si è né maschio né femmina è una violazione del diritto della persona, tutelato dall’articolo 2 della Costituzione. Questo il principio sancito oggi dall’alta corte di Karlsruhe. Di conseguenza i giudici togati hanno stabilito che in futuro il legislatore dovrà garantire ai suoi cittadini una terza opzione oppure rinunciare alla registrazione del sesso.

La pronuncia della corte trae origine dal ricorso di una persona intersessuale, Vanja, nata con un corredo cromosomico atipico, quindi né uomo, né donna. Vanja, registrata all’anagrafe con il sesso femminile, aveva chiesto nel 2014 di modificare la sua iscrizione, inserendo l’opzione “inter/divers“, ma la sua richiesta era stata respinta in tutti i gradi di giudizio, fino alla Corte di cassazione federale.

In Germania si stima che le persone intersessuali, cioè con cromosomi sia maschili che femminili, siano tra le 80.000 e le 120.000. Dal 2013 la legge prevede la possibilità di non inserire alcun genere sessuale nella registrazione dell’atto di nascita all’anagrafe, quando il genere del neonato è incerto. Questa possibilità di non specificare nulla, tuttavia, non tutela l’identità sessuale che invece è parte dei diritti della persona tutelati dalla Costituzione. Da qui la battaglia civile sostenuta dalla “Campagna per una terza opzione”, per il riconoscimento di una terza possibilità accanto alle due opzioni tradizionali.

Dopo la pronuncia di oggi la palla passa al Parlamento tedesco che dovrà trasformare in legge l’indicazione della Corte costituzionale entro il 2018, termine stabilito dai giudici di Karlsruhe. Il governo ha dichiarato la propria “piena disponibilità a convertire in legge la delibera” dell’alta corte. Mentre la socialdemocratica ministra della famiglia, Katarina Barley, si è dichiarata favorevole ad una veloce introduzione della norma nel prossimo governo.

Sono due le questioni importanti che a questo punto rimangono sul tappeto e saranno materia di discussione politica: chi riguarderà in modo specifico la norma? E come avverrà in futuro la registrazione del sesso? Cioè cosa troveranno scritto i tedeschi come opzione sui documenti? Su questo si sono espresse fin da oggi le associazioni: il Consiglio etico tedesco ha consigliato di lasciare nella registrazione la dicitura “altro”. Mentre la referente per l’Istituto tedesco dei diritti umani, Petra Follmar-Otto, propone di non scrivere il sesso alla nascita ma “di lasciare che sia il bambino dopo i 14 anni d’età a decidere sul suo sesso”.

L’associazione delle persone intersessuali accoglie con sollievo la decisione dei giudici dell’alta corte: “Siamo felici che finalmente venga approvata una norma giuridica che sancisce che le persone intersessuali non sono malate ma hanno gli stessi diritti degli altri”, ha detto la portavoce Lucie Veith alla Dpa.

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