I cattolici greci possono stare tranquilli, perchè i crocifissi non spariranno dalle pareti degli uffici pubblici: un tribunale di Atene ha rifiutato di prendere in esame una denuncia da parte dell’Osservatorio greco sugli accordi di Helsinki (Espe) per la rimozione dei simboli religiosi dalle aule scolastiche, dai tribunali e dagli uffici pubblici, ricorso presentato dopo la sentenza della Corte europea dei diritti umani sui crocifissi nelle scuole italiane.
La questione però è arrivata in parlamento grazie a un’interrogazione dell’estrema sinistra. Nelle aule delle scuole greche è appesa, come solitamente anche in altri uffici dell’amministrazione pubblica, un’icona con il volto di Gesù. Nei tribunali oltre all’icona è presente una copia del Nuovo Testamento per il giuramento: anche di questo era stata chiesta la rimozione.
L’Espe aveva annunciato ieri la presentazione della richiesta di rimozione dei simboli religiosi ad un tribunale di Atene e poi alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, alla luce della sentenza di quest’ultima sul caso del crocifisso nelle scuole italiane. Il tribunale greco ha respinto la richiesta per mancanza di giurisprudenza, ma non ha escluso che il tema possa essere riconsiderato nell’eventualità di una sentenza definitiva della Corte europea.
Il deputato della sinistra radicale (Syriza) Grigoris Psarianos ha da parte sua interrogato il ministro della pubblica istruzione per sapere se, alla luce della sentenza europea sull’Italia, il governo greco pensi di allontanare i simboli religiosi dalle aule e dagli edifici pubblici.
Psarianos ha rilevato che se la sentenza europea diventasse definitiva, finirebbe per essere vincolante non solo per l’Italia, ma anche per il resto dei paesi europei.