BRUXELLES – Isis si vendica a Bruxelles con due bombe in aeroporto ed esplosioni nelle stazioni della metro di Maelbeek e Schuman. Sono 34 i morti ma sono destinati a salire, potrebbero esserci feriti italiani. La rivendicazione è arrivata a distanza di ore ma da subito si poteva intravedere nelle esplosioni la firma della sigla terroristica islamica. Impossibile non notare che i due attentati arrivano a 3 giorni dall’arresto di Salah Abdeslam: tutti lo davano in Siria, poi un’operazione congiunta di polizia francese e belga porta dritto a Molenbeek, periferia di Bruxelles.
In barba a tutte le forze di polizia europee, Salah non si era mosso da casa sua dopo gli attentati di Parigi, lui unico attentatore sopravvissuto. Non si era mosso dal quartiere-ghetto che evidentemente l’ha protetto per mesi. Chi l’ha protetto fino a 3 giorni fa è quindi lo stesso che oggi ha piazzato bombe nel metrò e si è fatto esplodere nello scalo internazionale, probabilmente per vendetta per quell’arresto.
Il Belgio tutto è in allarme: è stata persino evacuata una centrale nucleare dalle parti di Liegi e questo fa capire che livello di allerta ci sia.
Zaventem è l’aeroporto da cui partono molti voli low cost per l’Europa ma anche voli a lungo raggio per gli Stati Uniti: le esplosioni, ad opera di kamikaze, sono avvenute pochi minuti dopo le 8 davanti ai banchi del check in per l’American Airlines, ulteriore suggestione per chi ora dovrà indagare su questa mattanza. Chi si è fatto esplodere, ha quindi dovuto fare qualche passo oltre l’ingresso, lontano dai controlli di polizia per chi entra nei gate.
Emerge il quadro di un’operazione paramilitare: è stato trovato un terzo ordigno nello scalo, un giubbotto esplosivo fatto saltare dagli artificieri. Prima delle esplosioni ci sono stati degli spari, esplosi da persone che urlavano frasi in arabo. Bombe, spari, esplosioni anche nella metro, Allah Akbar, lo stesso film di Parigi: la strage su civili indifesi, presi a caso nel mucchio in un luogo affollato come può essere un aeroporto internazionale, la fermata della metro alle 8 di mattina.
Sotto attacco anche il centro della città e l’area dove si trovano gli uffici dell’Unione europea. Alle 9,15 si è sentita un’esplosione nella stazione di metropolitana Maelbeek a due passi dalle istituzioni europee. Un’altra esplosione alla Metro Schuman, sempre vicino alle istituzioni della Ue. Ci sono dei morti, 15.
Salah è in carcere, destinato ad essere consegnato alla giustizia francese. Ma l’Europa, il cuore dell’Europa, non può permettersi di esultare e sentire sollievo. Il terrore è incistato dentro le nostre città, può rimanere sotto traccia per mesi ma in un momento imprevedibile può colpire con una potenza militare che non può essere organizzata in qualche giorno. E questo dovrà far pensare le autorità belghe ed europee.
Le autorità intanto hanno portato il livello di allerta a 4, il massimo, lo stesso dei giorni successivi alla strage di Parigi. Bruxelles si accinge ad essere ancora una città paralizzata: è partita una caccia a 5 uomini individuati grazie ai filmati di videosorveglianza.