BERLINO – L’autista polacco del tir, Lukasz Urban, “avrebbe lottato fino all’ultimo” con l’attentatore e sarebbe stato “ancora in vita, nella cabina, al momento in cui il mezzo ha investito la folla”. Sul suo corpo sono state ritrovate “ferite da taglio”. Lo rivela la Bild, citando fonti investigative sull’attentato al mercatino di Natale di Berlino.
“Ci deve essere stata una lotta”, dice uno degli inquirenti al tabloid. Il terrorista “ha colpito più volte con un coltello” il 37enne polacco cui aveva rubato il tir, il quale “si sarebbe aggrappato al volante” cercando di deviare il veicolo. Quando il tir si è fermato, l’attentatore avrebbe ucciso l’autista con un colpo di pistola e sarebbe scappato, conclude la Bild.
Era un “bravo ragazzo”: il titolare della ditta di trasporti polacca proprietaria del tir della strage di Berlino descrive così il 37enne Urban, il camionista trovato morto sul sedile del passeggero dell’automezzo, che era anche suo cugino. Intervistato dai media internazionali, riporta la Bbc online, Ariel Zurawski non ha dubbi: “Una persona non sarebbe riuscita a sopraffarlo”, ha detto, sottolineando che suo cugino era di corporatura robusta, un metro e 83 per 120 chili. Zurawski ha riconosciuto Urban attraverso una foto fornita dalla polizia. “Abbiamo visto le ferite – ha detto -. La sua faccia era insanguinata e gonfia”.
E poi: “C’era una ferita da coltello. La polizia mi ha anche detto che c’era anche una ferita da arma da fuoco”, ha aggiunto spiegando che la famiglia di Urban e’ sotto shock. Il tir usato per la strage era partito da Torino carico di elementi di acciaio da scaricare a Berlino, ha detto all’Ansa Zurawski. La ditta, la Ariel, che ha sede a a Gryfino nella Polonia nordoccidentale (regione di Stettino), e’ attiva dal 2005 e attualmente opera nell’Unione europea, trasportando merci in particolare fra Italia e Germania, ma anche tra Danimarca e Svezia. Dispone di mezzi capaci di portare da 3,5 a 40 tonnellate di merci.