ROMA – Oltre 70 rifugiati sono stati trovati morti in un Tir parcheggiato in Austria. Morti da almeno un giorno dice la polizia. Morti asfissiati nel cassone mattatoio del camion. Il camion è stato ritrovato parcheggiato in un’autostrada tra il Burgenland Neusiedl e Parndorf. Dall’inizio dell’anno sono entrati 140 mila migranti della rotta balcanica.
Con tutta probabilità le vittime sono state chiuse dall’esterno dentro il Tir. Con la stessa tecnica che usano gli scafisti che ammassano migranti nella stiva dei barconi e poco male se muoiono asfissiati, hanno già pagato. Gli scafisti dei Tir, così possono essere definiti, forse hanno parcheggiato il loro carico di merce umana perché temevano controlli sulla strada o perché attendevano il momento giusto per proseguire.
Hanno lasciato la merce umana a rischio di asfissia, disidratazione. Poco importa, tanto è merce che può tranquillamente deperire e finalmente perire. Ora si cercheranno responsabilità di autisti e proprietari del Tir, stavolta è toccato all’Austria. A ricordarci che non esiste solo la rotta Libia-Italia. Esiste quella terrestre che dalla Turchia risale la Grecia e poi i Balcani.
Rotte della speranza che finiscono in tragedia da terra e dal mare. Sono 3 mila i migranti soccorsi soltanto ieri (26 agosto) nel Canale di Sicilia, compresi quelli che erano su un barcone nella cui stiva sono stati trovati 51 cadaveri e i 120 su un gommone con a bordo i corpi di tre donne (una incinta) senza vita.
Persone uccise dalla mancanza d’aria, per la lucida follia di trafficanti di uomini che li stipano in luoghi chiusi dove non si può respirare o al massimo inalare monossido di carbonio emesso dai motori del natante.