ROMA – Obesità. Dalle scuole le lettere: “Metta a dieta suo figlio”. Capita in Gran Bretagna che i presidi del primo ciclo scolastico inviino una lettera ai genitori per ammonirli sul regime alimentare dei figli. Un invito a controllare che nei lunch box (i cestini della merenda) ci siano sandwich, meglio frutta e verdura, invece di snack di ogni tipo e pacchetti di patatine, cioè junk food, cibo spazzatura.
Una esortazione ufficiale a mettere a dieta i propri figli. Perché – e in Gran Bretagna il problema è a livelli emergenziali – il rischio di bambini sovrappeso quando non obesi è sempre più grave, avviando gli infanti di oggi sulla strada del diabete e delle malattie cardiache. Quando arrivano alla scuola primaria, a 5 anni, il 10% dei bambini è obeso o sovrappeso. Quando ne escono, a 11 anni, la percentuale raddoppia al 20%.
Come noto, mangiano troppo e male specialmente chi proviene dai ceti meno abbienti: “il tasso di sovrappeso oscilla in media tra il 12,5 per cento delle aree meno ricche e il 5,5 per cento delle altre per i piccoli,e tra il 26 per cento e l’11,7 per cento per i più grandi”, segnala Caterina Belloni sul Corriere della Sera.
Iniziativa lodevole, quindi, quella delle lettere che ingiungono la dieta? Non sembrano pensarla così molti genitori britannici. C’è chi risponde secco ai presidi di pensare agli affari loro e semmai alla didattica invece di immischiarsi nelle cose di famiglia. Altri si coalizzano in rete per contrastare l’ingerenza delle scuole allertate dal sistema sanitario nazionale impegnato a mettere un argine “culturale” alla scorretta alimentazione.
Qualcun altro, forse, ha già iniziato a riunire tutta la famiglia a tavola durante i pasti canonici al posto dell’anarchia che consente ai piccoli di abboffarsi senza soluzione di continuità di patatine e altre schifezze.