CREMONA, 8 MAG – Non e’ una sentenza di condanna, ma nelle sei pagine dell’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, ha disposto l’archiviazione del procedimento per concorso in atti sessuali su minori, perche’ il reato e’ prescritto, emerge che il vescovo Dante Lafranconi, dal 2001 a Cremona, nei dieci anni in cui ha retto la diocesi di Savona, avrebbe ‘coperto’, pur essendone a conoscenza, le tendenze pedofile di almeno due sacerdoti della sua stessa diocesi.
Quindi non avrebbe impedito atti che avrebbe avuto il dovere di impedire, come e’ scritto nel capo di imputazione formulato dal procuratore della Repubblica, Francantonio Granero, e dal sostituto Giovanni Battista Ferro, che al gip avevano chiesto l’archiviazione, essendo appunto i reati prescritti per il decorso del tempo. ”Non avendo ancora avuto ufficialmente notizia dell’ ordinanza e quindi non conoscendone l’effettivo contenuto, per il momento mi riservo qualsiasi considerazione”, ha detto oggi l’avvocato Michele Tolomini, difensore del vescovo Lafranconi. L’opposizione alla richiesta di archiviazione era stata avanzata dall’associazione della ‘Rete L’abuso’, che tutela le vittime di sacerdoti pedofili ed e’ rappresentata da Francesco Zanardi, a sua volta vittima di abusi da parte dell’ex prete Nello Giraudo. Carla Crosetti, avvocato di Zanardi, aveva chiesto la riapertura delle indagini, evidenziando che la prescrizione non era ancora intervenuta all’epoca della richiesta di archiviazione e sostenendo la tesi dell’aggravante per fatti commessi su minore sotto i quattordici anni d’eta’.
Secondo la procura di Savona, il vescovo Lafranconi avrebbe dunque omesso di segnalare ai suoi diretti superiori le morbose attenzioni nei confronti di ragazzini di almeno due preti, condannati per pedofilia (don Barbacini) e abusi sessuali (don Giraudo). Gli episodi risalgono alla fine degli anni Novanta. Monsignor Domenico Calcagno, successore del vescovo Lafranconi, agi’ invece diversamente e rimosse i due sacerdoti dagli incarichi (comunita’ per minori disagiati) di cui erano diretti responsabili.
Il gip del tribunale di Savona scrive nell’ordinanza che ”Lafranconi ha avuto un atteggiamento assolutamente omissivo” e che ”la sola preoccupazione dei vertici della curia – e’ triste dirlo – fosse quella di salvaguardare l’immagine della diocesi piuttosto che la salute fisica e psichica dei minori che erano affidati ai sacerdoti”. Il gip scrive anche che ”per tale ragione l’allora vescovo di Savona non esercito’ il suo potere-dovere di controllo sui sacerdoti e di protezione dei fedeli”.
I commenti sono chiusi.