UDINE – Venerdì un piccolo aereo storico è caduto in picchiata su un magazzino di Brema, città a Nord Ovest della Germania. Entrambe le persone che si trovavano a bordo sono morte carbonizzate, ma in queste ore sale l’apprensione a Udine: si teme che una delle vittime, non ancora identificata, possa essere l’italiano Alberto Pericoli, classe 1968, di 46 anni, ma non ci sono certezze.
La salma è irriconoscibile, perché carbonizzata, e potrebbe volerci un esame del dna. Per ora si sa solamente che Pericoli si trovava proprio a Brema, al momento dell’incidente per un ritrovo di appassionati. E’ stato un testimone che si trovava nei pressi della zona di decollo, a riferire all’Interpol, che uno dei due uomini a bordo del velivolo poteva essere proprio lui.
Alla sua testimonianza si aggiungono poi le parole angosciate della moglie, che da giorni è in attesa di notizie certe:
“Non lo sento da venerdì mattina – ha detto E sì, lui era là, a Brema. Ma spero tanto che non fosse su quell’aereo…”.
Pericoli, 46 anni, di professione guardia giurata all’istituto Corpo vigili notturni di Tavagnacco e fotoreporter per passione, da oltre 20 anni è specializzato in reportage d’alta quota.
Le autorità tedesche hanno richiesto all’Italia, attraverso l’Interpol, tutta una serie di verifiche. Le stanno effettuando i carabinieri della stazione di Udine, coordinati in questi giorni dal maresciallo Rosario Capri. Intanto tutti, tra parenti amici e colleghi, sperano che quel testimone si sia sbagliato.