ROMA – Tensioni sociali e possibili attentati terroristici spettacolari. I Servizi segreti italiani lanciano l’allarme nella Relazione annuale degli 007 consegnata al Parlamento il 28 febbraio. Il rapporto non sottovaluta le minacce di cyber-attacchi, il rischio di aggressioni al Made in Italy, le banche dai capitali ambigui e opachi e tanto meno la mano della mafia nelle grandi opere. Poi ancora i pericoli dall’Afghanistan e l’influenza degli anarco-insurrezionisti nell’opposizione alla Tav.
“ATTENTATI SPETTACOLARI” – Nella relazioni dei Servizi segreti si legge che la minaccia anarco-insurrezionalista che rimane “estesa e multiforme”, una minaccia che potrebbe tradursi in una “gamma di interventi” che può comprendere anche “attentati spettacolari”. Dopo l’attentato a Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare, la minaccia di azioni spettacolari di terrorismo non sono escluse, si spiega nella Relazione, non solo da parte di sigle quali i gruppi Fai, ma anche da parte di “altre sigle eventualmente emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica dell’anarco-insurrezionalismo”.
Gli 007 individuano anche i possibili “scenari di scontro”: i poteri economico-finanziari, le forze dell’ordine e le forze armate, le lotte ambientaliste, l’opposizione al ‘dominio tecnologicò, gli autori delle riforme del welfare e del lavoro, le espressioni di quella che i Servizi chiamano “società del benessere”.
“TENSIONI SOCIALI” – Se la situazione economica non dovesse migliorare c’è il rischio concreto di un “innalzamento delle tensioni sociali” e un’intensificazione delle contestazioni a “esponenti di governo, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacali”.
Gli 007 spiegano che “in assenza di segnali di un’inversione del ciclo congiunturale l’incremento delle difficoltà occupazionali e delle situazioni di crisi aziendale, potrebbe minare progressivamente la fiducia dei lavoratori nelle rappresentanze sindacali, alimentare la spontaneità rivendicativa ed innalzare la tensione sociale, offrendo nuove opportunità ai gruppi dell’antagonismo”, per “intercettare il dissenso e incanalarlo verso ambiti di elevata conflittualità”.
Il rischio è quello di “un’intensificazione delle contestazioni nei confronti di esponenti di governo e personalità di rilievo istituzionale, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacali considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti”. La situazione potrebbe “costituire fattore di aggregazione e generalizzazione del dissenso” tra gruppi antagonisti, “favorendo l’azione delle frange antagoniste che mirano alla radicalizzazione dell’offensiva sociale”.
CYBERCRIME – Il cybercrime rappresenta una minaccia “complessa, impalpabile e pervasiva” capace di produrre “ricadute peggiori di quelle ipotizzabili a seguito di attacchi convenzionali” e di “incidere sull’esercizio delle libertà essenziali per il sistema democratico”. La minaccia arriva da gruppi terroristici, criminali, singoli hacker, Stati o personaggi che “grazie al loro ruolo e alla loro qualifica possono accedere ai sistemi informatici dell’ente pubblico o privato per il quale lavorano”.
L’attenzione deve dunque essere massima in quanto la minaccia interessa molteplici aspetti: “dai sistemi complessi e strutturati dello Stato e delle grandi aziende, ai computer e agli smartphone dei singoli cittadini”. Senza dimenticare che, si legge nella relazione predisposta dal Dipartimento informazioni e sicurezza diretto da Giampiero Massolo, la “soluzione al problema è di non facile individuazione e applicazione, poiché gli attori, i mezzi, le tecniche d’attacco e i bersagli mutano più velocemente delle contromisure”.
BANCHE OPACHE – In alcune banche italiane emergono profili di rischio “per le opacità dei capitali apportati”, per l’ingresso di nuovi soci “dal profilo ambiguo” e per la “distorta gestione del credito da parte di esponenti aziendali sleali”. Lo segnala la Relazione dei servizi segreti al Parlamento. (segue). I servizi hanno inoltre guardato con attenzione alla nascita in Italia delle prime filiali di banche asiatiche che, “rivolte oggi principalmente ai propri connazionali residenti in Italia, possono costituire la premessa all’ampliamento della concorrenza allogena nel nostro Paese, con rischi di erosione di importanti quote di mercato per gli operatori nazionali”. .
AGGRESSIONE AL MADED IN ITALY – La crisi economica rafforza “l’azione aggressiva di gruppi esteri” che puntano a acquisire “patrimoni industriali, tecnologici e scientifici nazionali”, nonché “marchi storici del ‘made in Italy’, a detrimento della competitività delle nostre imprese strategiche”.
L’attività informativa, nota la relazione preparata dal Dis guidato da Giampiero Massolo, “ha confermato il perdurante interesse da parte di attori esteri nei confronti del comparto produttivo nazionale, specialmente delle piccole e medie imprese, colpito dal prolungato stato di crisi che ha sensibilmente ridotto tanto lo spazio di accesso al credito quanto i margini di redditività”. Gli 007 puntano l’attenzione su alcune manovre di acquisizione effettuate da gruppi stranieri che, se “da una parte fanno registrare vantaggi immediati attraverso l’iniezione di capitali freschi, dall’altra sono apportatrici nel medio periodo di criticità”.
Ciò per il “rischio di sostituzione, con operatori di riferimento, delle aziende italiane attive nell’indotto industriale interessato dall’investimento diretto ovvero proprietarie di tecnologie di nicchia, impiegate nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza nazionali, come pure nella gestione di infrastrutture critiche del Paese”.
MAFIA E GRANDI OPERE – Grandi opere di edilizia pubblica, l’Expo milanese del 2015 ed il settore delle energie rinnovabili nel mirino delle organizzazioni criminali. E’ il rischio segnalato dalla relazione dei servizi segreti al Parlamento. Secondo le indicazioni raccolte dagli 007, i gruppi criminali continuano a ricercare contatti collusivi nell’ambito della pubblica amministrazione.
TAV – Nelle lotte contro la realizzazione della Tav, le “frange anarco-insurrezionaliste” hanno un “ruolo trainante” rendendosi protagoniste delle “azioni radicali” in val di Susa. L’obiettivo, secondo la Relazione, è quello di “alimentare la protesta contro la Tav, superandone i limiti localistici” e diffondere il conflitto nei territori.
Gli 007 segnalano che la mobilitazione contro la Tav viene vista negli ambienti antagonisti come “modello esemplare di lotta, per metodologia ed efficacia” e confermano il trend già sperimentato in questi anni e cioè quello di ricorrere a “azioni continue ma di bassa intensità secondo una prassi (cosiddetta ‘strategia di logoramento’, ritenuta cautelativa per gli antagonisti ma fortemente onerosa per l’azione di contrasto”.
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