All’asta la casa dei Salesiani: l’ultima sconfitta del cardinal Bertone

All'asta la casa dei Salesiani: l'ultima sconfitta del cardinal Bertone
All’asta la casa dei Salesiani: l’ultima sconfitta del cardinal Bertone

ROMA – All’asta la casa dei Salesiani: l’ultima sconfitta del cardinal Bertone. Alla fine la casa dei Salesiani, la grande casa generalizia di Via della Pisana a Roma è finita all’asta: nonostante le dichiarazioni rese ai magistrati dal cardinal Bertone (“sono stato truffato”), nonostante la scoperta di una presunta mazzetta a testimonianza del raggiro, il credito vantato dal mediatore siriano Carlo Moisè Silvera, deve essere pagato. La procedura, sequestro dei beni e messa in vendita, è giunta alla fase della cessione tramite asta: prezzo iniziale, 65 milioni complessivi per tre lotti di una proprietà stimata il doppio. 

“Stima” è forse il termine adatto a presentare una lunga storia di soldi e faccendieri, cardinali perlomeno ingenui e “marchesi di Dio”, eredità contese e speculazioni immobiliari: abuso di stima (il cardinale s’è troppo fidato) e stime di mercato abilmente utilizzate. La fine della storia (la malinconica asta dei beni dei salesiani) ce la racconta Angelo Perfetti, del quotidiano telematico Il Faro, l’inizio ha riempito le cronache nazionali (grazie al coinvolgimento dell’ex potente segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone).

L’eredità contesa di Alessandro Gerini, il Marchese di Dio. La vicenda dell’ordine fondato da don Giovanni Bosco inizia il 5 giugno 1990 con la morte di Alessandro Gerini a Roma, detto il marchese di Dio, che lascia immobili, terreni, denaro e opere d’arte in eredità alla “Fondazione Gerini”, che è sotto il controllo della Congregazione Salesiana. I nipoti di Gerini però decidono di impugnare il testamento e avviano varie cause in sede civile, amministrativa e canonica.

“L’8 giugno 2007, esattamente 17 anni dopo l’apertura del testamento del marchese Gerini viene siglato l’accordo in sede civile: per chiudere ogni controversia la Fondazione versa 16 milioni. Cinque milioni vanno ai nipoti del nobiluomo, ben 11 milioni e mezzo a Silvera che li ha rappresentati. E non è finita. Si stabilisce che la percentuale per il faccendiere debba essere aumentata quando sarà effettuata la stima complessiva dell’intero patrimonio. La commissione di periti – presieduta proprio dall’avvocato Zanfagna – stabilisce che il patrimonio equivale a circa 658 milioni di euro, dunque la «provvigione» per Silvera sale fino a 99 milioni di euro”. (Corriere della Sera)

“Così mi truffarono”. Il cardinal Tarcisio Bertone, sentendosi truffato, decide che la Congregazione non debba pagare. A questo proposito si fece ascoltare dai magistrati di Roma (che ricevette presso la Santa Sede) denunciando il raggiro. Niente da fare. A inizio 2013 altro colpo di scena: l’avvocato del cardinale chiama in causa l’economo della Congregazione co n l’accusa di aver preso mazzette dalla controparte (al fine di procurare l’incontro con Bertone alla base della presunta truffa). Nuove verifiche, altre testimonianze, ma del raggiro manca la prova. I salesiani devono pagare quanto preteso dal Silvera.

Fine della Storia. Ci affidiamo al resoconto de Il Faro online per la conclusione di una vicenda che poco sembra spartire con l’eredità spirituale di Don Bosco: un paio di secoli fa, all’origine delle glorie e dei guai futuri dell’opera pia, ci fu l’incontro del presule beato con la bisavola del marchese Gerini (il cui contributo all’edificazione morale dei giovani non fu di ostacolo, diciamo così, a un certo interessato arricchimento dei suoi possedimenti grazie alla benevolenza di madre Chiesa).

Ora quel credito viene preteso tramite vendita all’asta (procedura 416/2010 presso il Tribunale Civile di Roma) della Casa Generalizia dei Salesiani, quella di via della Pisana 1111. Una vendita che sarà ufficialmente tentata il prossimo 30 aprile (se nel frattempo – cosa assai improbabile – le parti arrivassero ad un accordo con tanto di oneroso esborso) per i tre lotti in cui è stato diviso il bene. Primo lotto per 48,7 milioni, secondo lotto per 16 milioni 500 mila, terzo lotto per 500 mila euro costo d’asta. Un affaruccio da circa 65 milioni di euro. Se l’asta andasse deserta è già stata riconvocata per il 17 settembre 2014. Se anche in quella data il custode giudiziario non riuscisse a trovare alcun acquirente, la successiva convocazione slitterebbe nel 2015 con un ribasso d’asta. Nel frattempo i vertici vaticani avranno modo di muoversi, consci del fatto che il terreno è estremamente sdrucciolevole. Sul piano giudiziario non c’è ormai molto da fare, e il rischio default per i salesiani è dietro l’angolo; in questo contesto la vendita della Casa Generalizia potrebbe essere l’inizio della fine. Brutta storia, proprio il giorno dopo quello nel quale il calendario ricorda don Bosco e nell’anno in cui partono i festeggiamenti per il bicentenario del Santo. (Angelo Perfetti, Il Faro online)

 

 

 

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