Palermo-Messina, l’autostrada degli incidenti, da rifare dopo 7 anni

PALERMO – Un’opera da 4 miliardi e mezzo finita nel nulla: è l’autostrada Palermo-Messina, inaugurata nel 2004 alla presenza dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dell’allora governatore Totò Cuffaro, e dopo sette anni già da rifare.

Due gallerie dell’autostrada stanno per crollare, secondo le stime del perito della Procura di Patti riportate dalla Stampa: “Possibilità di distacco del rivestimento di circa il 70 per cento entro la prossima primavera”, avverte la relazione, per “colpa” della pioggia.

I due tunnel “Tindari” e “Capo d’Orlando” sono stati posti sotto sequestro, mentre la Procura ha inviato otto avvisi di garanzia per attentato alla sicurezza stradale ad altrettanti ex commissari straordinari e tecnici del Cas, il Consorzio per le autostrade siciliane.

Per gestire 268 chilometri di asfalto il Cas ha 348 dipendenti, ai quali si aggiungono 150 stagionali: due casellanti per ogni chilometro, secondo i calcoli di Patrizia Valenti, la dirigente regionale che nel 2008 è stata per breve tempo alla guida del consorzio e poi licenziata, secondo quanto riporta la Stampa.

Tra “continui restringimenti, gallerie non illuminate, asfalto dissestato, guardrail non a norma, pericolo di frane, reti bucate”, secondo i calcoli della Procura negli ultimi cinque anni si è verificato uno schianto ogni tre giorni. Fra il 1° gennaio 2006 e oggi nei soli 49 chilometri fra Acquedolci e Falcone sono avvenuti 610 incidenti che hanno causato 13 morti e 400 feriti.

L’inchiesta della Procura è partita proprio dall’ultimo scontro del febbraio scorso in cui morì un quarantaduenne di Capo d’Orlando, Sergio Lenzo.

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