Bambino di 12 anni sordo multato sul bus perché non capiva il controllore

Bambino di 12 anni sordo multato sul bus perché non capiva il controllore
Bambino di 12 anni sordo multato sul bus perché non capiva il controllore

FIRENZE –  Un bambino di 12 anni, completamente sordo, multato sul bus, nonostante avesse l’abbonamento. E’ successo a Firenze, racconta Maria Cristina Carratù su Repubblica, martedì 21 gennaio.

Emanuele ha 12 anni ed è sordo profondo: non sentirebbe nulla se non avesse sulla testa una scatoletta blu che funge da auricolare. E’ rimasto così dopo una meningite batterica presa quando aveva pochi mesi. A tre anni è stato operato alla testa, e sul cranio porta ancora la cicatrice profonda dei 70 punti che i medici gli hanno cucito. Ma i controllori dell‘Ataf forse non hanno notato nulla: né la scatoletta, né la cicatrice, né l’abbonamento annuale a costo ridotto per disabile che Emanuele ha.

Così martedì, quando sono saliti sull‘autobus 14 che Emanuele prende tutti i giorni per andare e tornare da scuola, gli hanno fatto la multa. Da qualche parte nome, cognome e indirizzo del bambino li hanno presi, visto che la multa è arrivata. Eppure non hanno pensato che forse quel ragazzino che non parlava, gesticolava con gli occhi spauriti, con un apparecchio in testa, non era un discolo senza biglietto.

La storia, però, non è andata giù a mamma Valeria, che oltre ad Emanuele di figli ne ha tre. Ha provato a chiamare l’Ataf per chiedere spiegazioni, ma dopo sei minuti di attesa al numero verde è caduta la linea. Stessa cosa al numero del centralino. Così il marito, papà di Emanuele, è andato direttamente alla sede della municipalizzata, dove si è sentito dire, riferisce Repubblica,

“riempia lo stampato per il reclamo“, ma sia chiaro, “per non pagare dovrà fare ricorso al verbale e comunque” – di nuovo – “deve pagare 7 euro, come se Emanuele l’abbonamento non lo avesse avuto con sé, e non avesse potuto esibirlo”.

Ma per mamma Valeria la cosa non è finita così.

“Volendo considerare anche l’umiliazione subito da mio figlio, e la nostra rabbia di genitori: tutto ciò non si potrà mai risarcire. Tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi, il tentativo nostro, della scuola, dei terapisti, di farlo sentire normale, e responsabile, in grado di prendere l’autobus da solo e andare e tornare a scuola da solo, come gli altri, è stato azzerato da chi non ha dimostrato nemmeno un po’ di pietas per un ragazzino già sfortunato”.

Quindi i genitori di Emanuele hanno scritto all’assessorato alla mobilità del Comune, che ha risposto e si è offerto di interpellare lui stesso l’azienda dei trasporti. Ha risposto anche il presidente della Regione. Enrico Rossi, che ha detto di aver invitato l’Ataf a chiarire l’episodio. Dopo tutta questa mobilitazione l’azienda ha dovuto farsi avanti. E ha annunciato che lo stesso presidente, Renato Mazzoncini, farà luce su quel che è successo. Anche se questo non cancellerà il pomeriggio in cui Emanuele si è sentito di nuovo un bambino “diverso”.

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