Il direttore di Libero Maurizio Belpietro ritorna sul tentativo di aggressione del 30 settembre e raconta al Corriere della Sera di sentirsi come Roberto Saviano. ”Una vita da recluso per quello che scrivo? Non e’ una vita facile nemmeno per i ragazzi della scorta” spiega Belpietro che racconta di aver ricevuto la solidarieta’ di molti esponenti politici, tra cui Berlusconi, Fassino, Veltroni.
Il direttore di Libero, poi, si lamenta della scarsa considerazione delle inchieste pubblicate dal suo quotidiano: ”Quando un giornale di sinistra fa un’inchiesta – spiega – vince i premi, se la faccio io, un moderato, tutto è considerato fango e basta”.
Quanto agli sviluppi dell’indagine sull’aggressore, Belpietro dice di non avere aggiornamenti ma sulle reali intenzioni dell’ uomo che si è appostato nelle scale del suo palazzo non ha dubbi: ”Dai vertici della polizia mi hanno detto che un semplice ladro non gira armato in un palazzo”.
I commenti sono chiusi.