ROMA – Sul fronte incendi l’Italia registro un disastroso bilancio: aumentano i focolai, diminuisce, per risorse e personale, la capacità di contrasto. L’estate dal caldo record 2015 ha fatto segnare un forte aumento (+120%) degli incendi rispetto allo scorso anno, secondo i primi dati forniti dal Corpo forestale dello Stato, mentre le superfici in fumo hanno registrato un incremento del 61%.
Le maggiori criticità (fino al 10 agosto 2015 ) si sono concentrate nel Lazio (2.043 ettari), Campania (1.676), Calabria (1.047), Puglia (806), Basilicata (796), Sicilia (688), Liguria (437) e Piemonte (378).
A questo proposito, è un vero e proprio grido d’allarme quello del sindacato dei vigili del fuoco (Conapo) tramite Antonio Brizzi, il segretario generale che chiama in causa direttamente il governo e invoca un ripensamento sulle politiche dei tagli indiscriminati alla Pubblica Amministrazione.
Ai dati relativi all’aumento del 120% degli incendi boschivi nel 2015 fa da contraltare la nostra denuncia sulla enorme carenza di organico dei Vigili del Fuoco, ai quali il governo, con la riforma della pubblica amministrazione appena varata, affiderà anche i compiti di lotta agli incendi del Corpo Forestale dello Stato. La carenza da noi denunciata di 3854 uomini tra il personale operativo, che equivale a circa il 12% su un totale di 32734, pesa non poco sulla capacità di intervento dei Vigili del Fuoco, le cui richieste di intervento sono in continuo aumento.
Per non parlare poi dell’ età media del personale in servizio che è ormai vicina ai 50 anni. Il ministro Alfano nella conferenza stampa di ferragosto si è ben guardato di fare cenno a questa realtà. Nonostante questo governo in materia di assunzioni nel comparto abbia iniziato una inversione di tendenza dopo anni di tagli, come ha giustamente precisato anche il responsabile sicurezza del PD Fiano, reputiamo troppo timide le misure adottate, poiché continuano ad aggravarsi le carenze di organico. L’ unica soluzione è sbloccare il turnover dei vigili del fuoco e delle forze di polizia già a partire dalla prossima legge di stabilità.
Al premier Renzi, al ministro Alfano ed all’onorevole Fiano ricordiamo anche che da troppi anni i vigili del fuoco soffrono di gravi sperequazioni retributive e pensionistiche rispetto agli appartenenti agli altri corpi dello stato, con divari che partono dai 300 euro mensili nelle qualifiche più basse, per arrivare ai 700 euro mensili nelle carriere più elevate.
I Vigili del Fuoco sono fortemente demotivati perché nonostante gli si richieda il rischio della vita come e più degli appartenenti agli altri Corpi, sono trattati spesso peggio dei dipendenti pubblici che lavorano seduti ad una scrivania. E’ tempo di dare un segnale concreto di giustizia e di parità di trattamento verso i Vigili del Fuoco, il cui sangue versato per garantire la sicurezza ed il soccorso pubblico non può valere meno degli altri servitori dello Stato(Antonio Brizzi, segretario generale Conapo).