ROMA – Carabinieri, boom di marescialle nelle stazioni. Una serie di celebrazioni, alla presenza delle più alte autorità civili e militari, compreso il presidente della Repubblica Mattarella, hanno accompagnato il 5 giugno il 203/o Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Arma che vede una presenza sempre più massiccia e visibile di donne, spesso in funzioni di comando nelle articolazioni territoriali più vicine alla gente e alle sue richieste di protezione e sicurezza, le stazioni: in tutto sono 124 le marescialle comandanti su 5.500 Stazioni, più altre 1.576 donne addette alle Stazioni, non comandanti, fra cui 318 marescialle.
Un vero boom anche se di strada per giungere a una presenza più bilanciata uomini-donne ne resta ancora molto. Tuttavia, soprattutto a livello di percezione sociale, l’incremento del numero delle “marescialle” modifica l’immagine del comandante della stazione non più esclusivo appannaggio maschile. E non è solo questione di baffi, come conferma a La Stampa Francesca Iovane, 34 anni, mamma di una bimba di 2 e moglie di un carabiniere, alla guida della stazione di Francica, piccolo centro agricolo calabrese in provincia di Vibo Valentia.
«Mio marito è un appuntato, ma ovviamente non lavoriamo insieme – racconta – e in generale non ho avuto alcun problema a gestire i miei collaboratori. Sono tutti più anziani di me, ho appena firmato la pensione di un brigadiere con 35 anni di servizio, ma mi hanno hanno sempre accettata e sostenuta. Per loro sono il comandante e stop, indipendente dall’essere donna. Diverso invece il rapporto con la gente. Franci a è un piccolo paese, per alcuni versi ancora arrestato e in molti uomini all’inizio non si fidavano di me. “Preferisco parlare con il brigadiere o l’appuntato” mi dicevano incuranti dei miei gradi». (Grazia Longo, La Stampa)