ROMA – Truffa aggravata alle assicurazioni, riciclaggio, intestazione fittizia di beni e 21 milioni di euro portati in Svizzera tra il 2006 e il 2009. Scoppia il terremoto in Carige e travolge l’ex presidente Giovanni Berneschi, ora vicepresidente dell’Abi, che insieme a Fernando Menconi, ex amministratore di Carige Vita Nuova, si trova ai domiciliari.
La Guardia di Finanza la mattina del 22 maggio ha eseguito 7 arresti, tra cui Berneschi e Menconi, considerati i “pianificatori di un comitato d’affari”, perquisizioni a Genova, Milano e La Spezia e sequestrato beni per 22 milioni di euro.
Le indagini che hanno portato all’arresto di Berneschi e degli altri indagati hanno preso il via dalla relazione della Banca d’Italia depositata in procura nel settembre 2013 e sul quale sono ancora in corso le indagini e gli accertamenti da parte della Finanza.
Cesare Castelbarco Albani, presidente di Carige, ha commentato:
“Abbiamo preso atto delle iniziative intraprese dalla magistratura, nell’operato della quale riponiamo piena fiducia. Da quanto si apprende Banca Carige risulta parte lesa. Ci riserviamo di intraprendere, a tutela del Gruppo, tutte le opportune iniziative”.
GLI ARRESTATI – Berneschi e Menconi si trovano ai domiciliari, come anche Ernesto Cavallini, imprenditore immobiliare. In carcere invece si trovano Francesca Amisano, nuora di Berneschi, Davide Enderlin, avvocato svizzero, Sandro Maria Calloni, imprenditore, e Andrea Vallebuona, commercialista di Genova.
I reati sarebbero stati compiuti ai danni del comparto assicurativo di Banca Carige. Secondo l’accusa si tratterebbe di patrimoni che venivano riciclati attraverso lo schermo di società finanziarie italiane e straniere.
SEQUESTRATI 22MLN DI EURO – La Guardia di finanza di Genova, su mandato del gip Adriana Petri, ha messo sotto sequestro titoli e conti correnti per 21 mln e 924 mila euro ritenuti “profitto di riciclaggio e associazione a delinquere transnazionale”.
“COMITATO D’AFFARI” – La figura chiave dell’indagine, secondo al Guardia di Finanza, è proprio l’ex presidente di Carige:
“Giovanni Berneschi, attuale vicepresidente di Abi e della Cassa di Risparmio di Carrara aveva creato un management fortemente condizionato dal carismatico leader ventennale sia del gruppo bancario che assicurativo”.
Dal 2006 al 2009, secondo gli inquirenti, Berneschi e Menconi avrebbero dato vita ad un comitato d’affari “in cui pianificavano le operazioni finanziarie sfruttando i loro ruoli nel cda di Carige Nuova”, mentre Vallebuona, Amisano, Enderlin e Calloni “si prestavano a effettuare attività di investimento e riciclaggio” con “complesse operazioni immobiliari e finanziarie”.
“ACQUISTI GONFIATI TRA 2006 E 2009” – Altra figura chiave nell’inchiesta, scrive Il Secolo XIX, è quella dell’imprenditore Cavallini, a cui la Banca Carige rinnovava il credito nonostante condanne e fallimenti:
“La procura di Genova indagava sulle strane compravendite immobiliari orchestrate dall’immobiliarista Cavallini, come ad esempio quella di un complesso edilizio acquistato e rivenduto in un solo giorno a Carige Vita a un prezzo quindici volte superiore (da 650mila euro a 8,9 milioni di euro)”.
Proprio il denaro ricavato da queste plusvalenze, spiegano gli inquirenti, sarebbe stato portato in Svizzera. Secondo la procura di Genova, Berneschi e Menconi “avvalendosi dei loro rispettivi ruoli di potere” hanno convinto il cda di Carige Vita Nuova a “effettuare due operazioni finanziarie” che secondo gli inquirenti configurano la truffa.
La prima operazione è avvenuta nel 2006 e secondo la procura è prescritta mentre la seconda “è consistita nell’indurre la Carige Vita Nuova tramite una perizia gonfiata realizzata tramite lo stesso commercialista Vallebuona ad acquistare una quota della Assi 90, partecipata dalla svizzera Balitas a un prezzo di 5.600.000 euro risultata essere superiore di 45 volte il valore nominale”. Una cifra destinata ai reali beneficiari Berneschi e Menconi “soci occulti della Balitas”.
LA RELAZIONE DELLA BANCA D’ITALIA – Nella relazione di Banca Italia infatti i pm Nicola Piacente e Silvio Franz hanno notato che tra le posizioni a rischio per incagli oggettivi elevatissimi c’era anche quella relativa al’immobiliarista Ernesto Cavallini, già condannato in primo grado per il crac della genovese Comitas Assicurazioni e a Roma per il dissesto di Firs Assicurazioni e Lloyd Nazionale.
La posizione di Cavallini emerge più volte nelle valutazioni ispettive della Banca d’Italia sulle posizioni di rischio con rifinanziamenti che gli stessi ispettori definiscono “esagerati”. Piacente e Franz sono partiti da qui e incappano in una serie di operazioni come quella avvenuta nel 2006 quando un delegato di Carige Vita ha una procura con limite di spesa di oltre 70 mln per l’acquisto di un albergo romano di proprietà di una società di Cavallini e di una finanziaria off shore.
“BANCA CARIGE PARTE LESA” – “La banca è parte lesa”, ha detto il presidente di Banca Carige, Cesare Castelbarco Albani, successore di Giovanni Berneschi al vertice dell’istituto genovese, è stato nominato dal CdA lo scorso settembre ed è stato uno degli artefici dell’arrivo in Carige, a ottobre, del nuovo ad, Giampiero Montani.
Tra i primi atti del CdA presieduto da Cesare Castelbarco Albani, c’era stata una delibera che aveva impegnato le assemblee degli azionisti delle controllate Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova a promuovere un’azione di responsabilità sociale nei confronti dei precedenti amministratori delegati, Diego Fumagalli e Ferdinando Menconi, finiti del mirino degli ispettori di Banca d’Italia.
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