Carige e Coop rosse. Menconi: “Esselunga bloccata, Berneschi conosce i giudici”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Maggio 2014 - 13:40 OLTRE 6 MESI FA
Carige e Coop rosse. Menconi: "Esselunga bloccata, Berneschi conosce i giudici"

Carige e Coop rosse. Menconi: “Esselunga bloccata, Berneschi conosce i giudici”

GENOVA – Carige e Coop rosse. Menconi: “Esselunga bloccata, Berneschi conosce i giudici”. Dalle conversazioni telefoniche intercettate nell’inchiesta che ha portato agli arresti dei vertici di Carige, magistrati (e opinione pubblica) si stanno facendo un quadro dei rapporti, del traffico di influenze che da Genova portano al Vaticano, alle Coop rosse, alla conoscenza di giudici compiacenti nella stessa procura genovese.

“Esselunga non apre, l’artefice del rinvio è Berneschi”. Secondo le dichiarazioni carpite a Ferdinando Menconi (ex ad del ramo assicurazioni di Carige), l’ex presidente della banca Giovanni Berneschi era in grado di favorire le cosiddette Coop rosse nei confronti del concorrente storico Esselunga, che non riusciva ad ottenere le autorizzazioni necessarie per aprire punti vendita nel Comune. La stessa Esselunga dell’imprenditore Bernando Caprotti, autore di “Falce e carrello”, pamphlet che denuncia i legami troppo stretti tra Coop e amministratori di sinistra.

Parlando della polemica tra la Coop e Esselunga che a Genova incontrò grandi difficoltà ad aprire un punto vendita, Menconi dice «l’artefice del rinvio è stato Berneschi… la sinistra, c’avevamo dipendenti dentro 28 persone, figli, fratelli, padri, amanti di magistrati liguri». Berneschi racconta invece di quando fu processato e assolto per la scalata alla Bnl: «Sulla pratica Bnl… non ho sbindato di una virgola, però … se avessi avuto paura e dicevo “eh si quelli dell’Unipol mi hanno fatto delle pressioni” il signor Cimbri (Carlo, ad Unipol, ndr) era morto». (Giuseppe Filetto, Marco Preve, La Repubblica)

Gli affari con lo Ior. “Anche Papa Francesco indaga”. Un  capitolo a parte riguarda i rapporti d’affari tra Genova e il Vaticano. Nell’intercettazione del 16 novembre 2013, è scritto nel verbale della Guardia di Finanza, “Berneschi parla di papa Francesco che avrebbe chiamato i tre vescovi del ponente ligure a Roma per chiarire la faccenda legata allo Ior. Due giorni fa Berneschi dice di aver ricevuto monsignor Luigi Molinari il quale per conto di Bagnasco (Angelo, cardinale di Genova e presidente Cei, ndr) voleva sapere cosa era successo tra la Fondazione e lo Ior”.

L’operazione cui allude Berneschi riguarda 100 milioni di euro di obbligazioni acquistate nel 2010 dallo Ior decisa da Flavio Repetto (ex presidente della Fondazione all’epoca e “nemico giurato” di Berneschi secondo le cronache giornalistiche. Obbligazioni mai convertite in azioni e senza che la banca spuntasse i diritti. Commentava Berneschi al telefono:

“Lo Ior, non puoi regalare da 7 a 9 milioni al… Papa, no, non c’entra il Papa.. a Bertone, mi segui?” Sull’operazione il ministero delle Finanze ha chiesto chiarimenti, anche alla luce delle elargizioni, 2008 e 2010, della Fondazione ad ambienti vicini al cardinale Tarcisio Bertone: 300mila euro alla Lux Vide per i dvd della fiction La Bibbia e 90mila euro per le stole dei vescovi. (Giuseppe Filetto, Marco Preve, La Repubblica)